Basta polemiche, forse. Matteo Salvini ha giurato: “Da qui al 26 maggio parlerò solo di cose da fare, e mi riprometto di non rispondere a nessuna polemica, vera o presunta, sui quotidiani”. Lo ha detto al Vinitaly, l’evento in corso a Verona.
Gli scontri con l’alleato grillino non fanno bene al governo. Servono a marcare le differenze (fondamentali per prendere voti all’europee), ma rischiano di rompere il giocattolo. E invece, adesso, almeno fino alle elezioni di maggio, è necessario che continui a funzionare.
Il leader del Carroccio ha spostato l’attenzione sul ‘fare’, partendo dalle pensioni: “Quota 100 la bloccano? Bisogna far veloce. Io bado ai fatti e ai risultati. Quota 100 è l’inizio di un percorso perché l’obiettivo è quota 41. Mi chiedo come si possa essere contrari al ricambio generazionale. Aprire spazi di lavoro ai giovani – ha spiegato il ministro degli Interni – è ciò che è importante”.
Se il reddito di cittadinanza sta diventando realtà (tra mille dubbi e difficoltà nelle erogazioni), il vicepremier è al lavoro per concretizzare il cavallo di battaglia leghista: la flat tax. “E’ nel contratto di governo – ha ricordato Salvini -, non serve a me, ma agli italiani”.
Attenzione del capo del Viminale pure alla questione internazionale: “Stiamo lavorando per la pace e il dialogo con tutte le parti in causa. Ho parlato oggi col mio omologo, il vicepremier libico. Sono preoccupato, perché lì ci sono tanti italiani. C’è anche Eni e altre aziende. Vorremmo riprendere rapporti commerciali con un Paese stabile”