ROMA – “Oggi ricorre il ventesimo anniversario dell’uccisione di Massimo D’Antona, vittima di uno scellerato disegno criminale portato a compimento da un commando brigatista. Lo abbiamo ricordato alla Camera dei deputati il 9 maggio nel corso della cerimonia per celebrare il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. L’omicidio di D’Antona ha provocato dolore e sconcerto in moltissime persone: i familiari, colpiti dalla tragedia della sua perdita; gli accademici, i politici, gli studenti che ne hanno rimpianto l’autorevolezza e lo spessore umano”. Così Roberto Fico, presidente della Camera, in occasione dell’anniversario della morte del giuslavorista.
La personalità
“Massimo D’Antona conosceva a fondo il mondo del lavoro, la sua architettura giuridica ed economica ma, soprattutto, sapeva interpretarne le dinamiche e le spinte innovatrici. Fu proprio il desiderio di far confluire le sue idee in un progetto riformatore del mercato del lavoro a scatenare la cieca reazione terroristica, decisa a colpire chi, come il docente universitario, si fosse attivamente impegnato. Ciò attraverso un lavoro di concertazione tra lo Stato e le forze sociali, in un processo di ristrutturazione e modernizzazione su questi temi”. “Il riconoscimento del valore della testimonianza di Massimo D’Antona è un dovere che deve essere parte integrante della coscienza civile del nostro Paese. Deve infatti sempre fallire, grazie all’impegno delle Istituzioni e anche dei cittadini, il tentativo, da qualunque parte provenga, di silenziare con la violenza il confronto democratico, la diversità delle idee, la libertà di esprimere il proprio pensiero” conclude.
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