Davide ucciso a Cesa. Giallo sulla morte: dal papà della ragazza allo spaccio e il regolamento di conti

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Davide Carbisiero

CESA – I carabinieri hanno sentito a lungo non solo il 17enne poi arrestato (CLICCA QUI PER NOMI E FOTO); anche altri sono stati ascoltati e per loro potrebbero scattare provvedimenti cautelari. A pesare come un macigno sul delitto avvenuto ieri mattina sono anche i precedenti della famiglia della fidanzata del giovane morto. Se il padre della vittima è un venditore ortofrutticolo, è la famiglia della fidanzata che ha un passato contraddistinto dalla partecipazione ad un gruppo che controllava diverse piazze di spaccio di droga.

L’8 luglio di 4 anni fa tre colpi di pistola furono esplosi contro una Fiat Panda con a bordo una donna e due bambini piccoli. Uno dei proiettili si conficcò nell’abitacolo dell’utilitaria sfiorando i piccoli seduti sul sedile posteriore. Un giovane fu arrestato. L’episodio accadde nella notte tra via Pietro Nenni e via Campostrino sempre a Succivo. Erano circa l’una e 30 quando la vettura con alla guida la figlia di una Milone. La donna, bloccò la vettura e scappò insieme ai bambini. Percorse a piedi meno di 500 metri per entrare in un’abitazione e mettersi al riparo. La situazione si era fatta incandescente visto che i parenti della donna stavano mettendo in atto una sorta di rappresaglia contro i presunti autori del raid di piombo. Dissidi privati alla base dell’episodio stando a quanto sostennero i militari dell’Arma del Gruppo di Aversa che portarono a termine una serie di attività info-investigative. Poco dopo l’arresto di un 25enne di Cesa. In quel caso le tracce portarono ad un contrasto per motivi che furono chiariti in sede processuale.

Sarebbe legato a dissidi per questioni economiche invece il movente del duplice omicidio avvenuto il 15 giugno dello scorso anno sempre a Succivo. In quel caso a perdere la vita furono i due fratelli Marco e Claudio Marrandino, rispettivamente 40 e 29 anni. I due uomini, entrambi incensurati e originari di Cesa, persero la vita dopo essere stati feriti da diversi colpi di pistola, sparati da un operaio di 53 anni, anch’egli incensurato, poi arrestato. Sempre a Succivo nel pomeriggio del 14 dicembre del 2020 nel centro storico del comune atellano, in Corso Umberto I, furono esplosi dei colpi di arma da fuoco contro l’abitazione del figlio di Salvatore Mundo. Sempre lungo l’arteria principale di Succivo nei pressi di Piazza IV Novembre fu successivamente arrestato il presunto autore di quegli spari. Un territorio che in meno di cinque anni ha assistito a diversi episodi di sangue e sparatorie. Quattro per la precisione.

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