ROMA – La situazione finanziaria dell’Italia, assieme a Brexit, è al primo punto fra i principali fattori di rischio globali indicati dal Fondo monetario internazionale nella versione aggiornata del World Economic Outlook. “In Europa – continua – la suspence su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia”, ha detto il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath presentando il rapporto a poche ore dall’inizio del Forum economico mondiale di Davos”.
Salvini e Di Maio rispondono per le rime
“L’Italia minaccia e rischio per l’economia globale? Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale. Una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”. Questa la replica il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Al Fmi – dice l’altro vicepremier, Luigi Di Maio – ha già risposto il presidente della commissione europea che ha detto che hanno sbagliato a fidarsi dell’Fmi sulla Grecia con l’austerità”.
Italia nuovo stato sociale
Stiamo creando un nuovo stato sociale: non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l’Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare. Se pensano che con qualche dato possano scoraggiarci si sbagliano. E Giovanni Tria al termine dell’Eurogruppo. aggiunge: “Non credo che l’Italia sia un rischio né per l’Ue né globale il rischio viene dalle ‘politiche consigliate dal Fmi”.
Al Fmi e Commissione prevale l’idea che “bisogna accumulare buffer fiscali per essere pronti. E per avere lo spazio per reagire in caso di crisi. Ma con questa tesi non si vede che per voler accumulare mezzi per reagire alla crisi si crea la crisi”.
I punti in rosso sottolineati dal Fmi
“Gli spread italiani – si legge al primo punto della sezione sui rischi globali, che evoca anche una Brexit senza accordo – sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull’attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito”.
La Brexit e la Cina
L’analisi dei rischi prosegue poi con l’ipotesi di una “Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all’estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio”. Rischi anche da una frenata peggiore del previsto in Cina, un’escalation commerciale, uno ‘shutdown’ prolungato negli Usa.
Il taglio della crescita italiana
Il fondo monetario internazionale taglia allo 0,6%, dall’1% di ottobre, la previsione di crescita per l’Italia nel 2019, mantenendola allo 0,9% per l’anno successivo. Lo si legge nell’aggiornamento del World Economic Outlook presentato a margine del Forum economico mondiale di Davos. L’Italia – nel documento – è individuata con la Germania come uno dei fattori la cui frenata a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l’Eurozona e comportato un calo dell’euro del 2% fra ottobre e gennaio.