Dazi, Cina e Usa vedono progressi: nuovo round a metà febbraio

Passi avanti negli accordi a scopo commerciale tra i due Paesi

AFP photo Nicolas Asfouri in foto Donald Trump, Xi Jinping

PECHINO – Ancora non risolutivi, ma si sono fatti dei passi avanti nei colloqui a sfondo commerciale che si sono tenuti mercoledì e giovedì a Washington. Dando seguito a quelli di inizio mese a Pechino. All’affermazione del presidente Donald Trump, per cui sono stati fatti “enormi progressi”, ha fatto eco quella di Pechino. Che ha parlato a sua volta di “progressi significativi”. Sullo sfondo di una tregua che dovrebbe proseguire fino all’inizio di marzo, secondo quanto concordato dallo stesso Trump e da Xi Jinping in occasione del G7 svoltosi a dicembre in Argentina, rimangono comunque ancora alcuni nodi da sciogliere.

Citando un comunicato della comunicazione cinese, Xinhua ha descritto colloqui “sinceri, precisi e fruttuosi” tra le due parti. La stessa agenzia ufficiale riferisce che la Cina ha accettato di aumentare le importazioni di “prodotti agricoli, statunitensi, prodotti energetici, beni industriali manifatturieri e servizi”. Le due parti, inoltre, “attribuiscono una grande importanza alle questioni relative alla protezione della proprietà intellettuale e al trasferimento di tecnologia. E hanno concordato di rafforzare ulteriormente la cooperazione”.

Passi avanti negli accordi a scopo commerciale tra i due Paesi

A chiarire che resta ancora “molto lavoro” da fare è stata però la Casa Bianca. Sottolineando dal canto suo che i 90 giorni di stop agli aumenti tariffari hanno in quella fissata al 1° marzo “una scadenza ferma”. Il prossimo passo sarà quindi rappresentato da un nuovo round di colloqui, programmato per metà febbraio. Che vedrà il capo negoziatore americano Robert Lightizer e il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, recarsi in Cina, sempre stando a quanto riferito Xinhua. Un nuovo incontro tra Trump e Xi potrebbe invece, secondo i media americani, avere luogo dopo il summit di fine febbraio. Che vedrà il presidente statunitense confrontarsi con il leader nordcoreano Kim Jong Un.

Se gli sforzi diplomatici passati non hanno portato a una soluzione, in questa nuova fase occorre tenere conto anche di come sia cambiata la congiuntura. Con l’economia cinese che ha mostrato chiari segnali di rallentamento, mostrando nel 2018 la crescita più lenta da 28 anni a questa parte. Gli ultimi dati giunti a conferma della contrazione dell’attività industriale nel paese è l’indice Pmi manifatturiero ufficiale quello stilato da Caixin. Entrambi riferiti al mese di gennaio ed entrambi in calo, rispettivamente a 49,7 e 49,5 punti. Con la crescita globale a sua volta in decelerazione, la ricerca di una soluzione non può che apparire come un obiettivo di importanza sempre più cruciale, tanto per Washington quanto per Pechino.

(AWE/AFP)

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