MILANO (AWE/LaPresse) – La battaglia a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina non accenna a fermarsi. Pechino si dice pronta a imporre nuove tariffe doganali su 60 miliardi di dollari di beni statunitensi. Se Washington non eviterà una escalation nella crescente guerra commerciale tra i due Paesi. Il ministero del Commercio cinese spiega che i nuovi dazi saranno applicati se Washington darà seguito alla minaccia del presidente Usa, Donald Trump, di estendere le tariffe su beni cinesi per 200 miliardi di dollari. Immediata la risposta del consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow. Il quale avverte Pechino di non “sottovalutare la determinazione del presidente Trump a spingersi ancora oltre”.
Cina e Stati Uniti divisi dai dazi
Il botta e risposta tra le due sponde del Pacifico arriva poco dopo i dati pubblicati dal dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Il deficit commerciale a giugno ha fatto un balzo senza precedenti negli ultimi 19 mesi. Riflesso di un aumento delle importazioni e di un calo dell’export, soprattutto di auto e velivoli. Nel dettaglio il deficit di beni e servizi si è attestato a 46,3 miliardi di dollari (+7,3%). Con le esportazioni in calo dello 0,7% a 213,8 miliardi e le importazioni in aumento dello 0,6% a 260,2 miliardi. Questo forte rimbalzo del disavanzo è arrivato dopo il brusco calo in maggio che aveva ridotto il deficit degli Stati Uniti al livello più basso in 18 mesi ed è supera le attese degli analisti. I quali si aspettavano quota 45,6 miliardi. Con la Cina – il secondo partner commerciale degli Usa dopo il Canada – il disavanzo commerciale si è ampliato dell’1,3% a 32,45 miliardi di dollari.
Le misure di Pechino
La decisione di Pechino risponde alle crescenti pressioni da parte della Casa Bianca, che ha minacciato di portare le tariffe sulle importazioni cinesi dal 10% al 25%. Il ministero del commercio cinese ha specificato che “la data di applicazione” di questi nuovi dazi “è sospesa” fino alla contromossa degli Stati Uniti. La risposta di Pechino comporterebbe dazi compresi tra il 5% e il 25% da applicare a 5.207 prodotti importati dagli Usa. Tra questi figura un’ampia varietà di prodotti agricoli, carne bovina, prodotti tessili, componenti chimici, piccoli aeromobili e componenti aeronautiche. Ma anche prodotti più ‘casalinghi’, come un tipo di preservativi.
Il summit tra i due colossi dell’economia mondiale
Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, dopo un incontro con il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha esortato gli Stati Uniti a “mantenere la calma”, spiegando che “la cooperazione è l’unica scelta possibile” per entrambi i Paesi. Ma se il regime comunista non chiude la porta alla possibilità di una ripresa dei colloqui, sottolinea che solo “un dialogo basato sul rispetto reciproco e sulla parità” rappresenta una via “efficace”. La Casa Bianca accusa la Cina di pratiche “sleali” e “furto di proprietà intellettuale”, intimandole di ridurre il suo surplus commerciale annuale con gli Stati Uniti di 200 miliardi di dollari. A inizio luglio Washington ha imposto 34 miliardi di dollari di tariffe doganali sull’importazione di merci cinesi. Pechino ha immediatamente risposto tassando la stessa quantità di importazioni dagli Usa.