Ddl Cirinnà: il paziente è libero di scegliere sul farmaco letale

La presentazione del disegno era stata fissata in quello che sarebbe dovuto essere il giorno successivo alla pronuncia della Corte costituzionale al processo a Marco Cappato

ROMA – Consentire a chi sta morendo di farlo in modo corrispondente alla propria visione di dignità. È con questo spirito che un cartello trasversale, orientato a sinistra, di senatori presenta un ddl per il fine vita, con prima firmataria Monica Cirinnà, insieme a Tommaso Cerno (Pd), Loredana De Petris (Leu), Matteo Mantero (M5S), Riccardo Nencini (Psi), Paola Nugnes (Leu) e Roberto Rampi (Pd), durante la presentazione del ddl in Senato.

Cosa prevede la legge

La legislazione vigente consente già al malato o alla sua famiglia di decidere tra la rinuncia ai trattamenti sanitari e la sedazione profonda. “In sedazione profonda sottoponi te stesso e la tua famiglia a una attesa che potrebbe privarti della dignità”, osserva però la senatrice del Pd. Che precisa come già la Consulta abbia osservato che l’attesa in sedazione profonda non sempre può essere considerata dignitosa.

Cosa prevede il ddl Cirinnà

Il ddl Cirinnà prevede che il paziente possa scegliere di non avere più quel tempo di attesa, consentendo la somministrazione di un farmaco che possa provocare la morte rapidamente e senza dolore in casi precisi individuati dalla Corte costituzionale. Includendo nella disciplina dell’aiuto medico a morire anche quei pazienti che, sebbene non tenuti in vita con trattamenti di sostegno, siano affetti da patologie gravi e irreversibili, fonte di sofferenze fisiche o psichiche intollerabili.

Il caso dj Fabo

La presentazione del disegno era stata fissata in quello che sarebbe dovuto essere il giorno successivo alla pronuncia della Corte costituzionale al processo a Marco Cappato che ha accompagnato dj Fabo a morire in una clinica svizzera. La Corte si pronuncia sulla questione di legittimità costituzionale delle norme che puniscono l’aiuto al suicidio, sollevata dal collegio di Milano.

La proposta

È una proposta, fanno sapere i firmatari, che non è in contrapposizione con altri testi al vaglio del Parlamento (come quelli di Andrea Marcucci, Matteo Mantero, Tommaso Cerno). E si colloca sulla scia del testo di iniziativa popolare in discussione alla Camera.

La Consulta

La Consulta ha ravvisato la necessità di intervenire sull’attuale formulazione dell’articolo 580 del codice penale. E mettere mano a una formulazione che non assicura più un bilanciamento tra il valore della vita e la tutela dell’autodeterminazione della persona.

(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)

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