De Falco: 5 Stelle, programma tradito

L'intervista al senatore espulso dal Movimento 5 Stelle

Gregorio De Falco
Il movimento 5 Stelle precipita nei sondaggi e certamente la vicenda delle espulsioni dei “dissidenti” non aiuta a risalire. Tanto meno le spaccature sul decreto sicurezza, come notato ieri da diversi esponenti pentastellati. Fra i più critici c’è il senatore (appena espulso dal Movimento) Gregorio De Falco.
Condivide le dichiarazioni del senatore Mantero sul favore fatto ai sindaci Pd, dando loro occasione di opporsi al decreto sicurezza? 
Sono d’accordo con Mantero. Non bisogna dimenticare che questa linea politica è stata ampiamente battuta dal governo precedente, che ha fatto cose analoghe.
Le sembra che il contratto di governo stia distorcendo alcuni dei princìpi sui quali è stato fondato il Movimento?
Il contratto non distorce di per sé questi principi, tuttavia la sua attuazione ha causato due o tre volte pesanti distorsioni: è come se fossimo partiti verso nord e ci trovassimo con la prua rivolta a sud. Il decreto sicurezza realizza il depotenziamento dei progeti di accoglienza Sprar, che invece secondo il nostro programma, e anche secondo il contratto, dovevano essere potenziati.
I sondaggi indicano un Movimento in calo di consensi in vista delle Europee, a vantaggio della Lega. Quali sono le cause di questo crollo?
E’ stata fatta una cattiva analisi del voto: non si è tenuto conto del fatto che per alcuni anni il Movimento ha eroso il bacino elettorale del centrosinistra e geograficamente ha avuto successo nel centrosud. Se l’analisi del voto fosse stata fatta in maniera avveduta, non ci si sarebbe sognati di seguire la Lega sulla via delle autonomie, che di per sé è una via disgregativa anche dell’unità nazionale. E non ci si sarebbe avventurati a consentire affidamenti diretti fino a una soglia di 150mila euro, così come non si sarebbe spostato il problema dell’Iva di un anno, lasciano al governo che sarà in carica l’anno prossimo un’eredità pesantissima. La politica del governo non è stata sufficientemente accorta al bacino elettorale che aveva determinato il consenso al Movimento 5 Stelle.
Il Movimento come potrebbe invertire la perdita di consensi? Basta recuperare Di Battista, come sembra che si stia facendo?
Non è una questione di persone, ma di temi, che devono essere meno appiattiti sulla linea della Lega. Pensiamo alla redistribuzione economica, al lavoro. Anche il reddito di cittadinanza, misura sicuramente di sinistra, deve essere preceduto dalla riforma degli uffici del lavoro, condizione necessaria per il buon funzionamento. Credo che si sarebbe dovuto prima mettere a regime gli uffici dell’impiego, poi rivalutare il bacino d’utenza che può accedere al beneficio. Altrimenti si corre davvero il rischio che sia una misura di carattere prettamente assistenziale e che richieda oltretutto una dotazione di risorse eccessivamente onerosa.
Crede che la brutta vicenda delle espulsioni stia contribuendo a far perdere simpatie al M5S?
La perdita di consensi ovviamente non deriva da questo, ma le espulsioni per mancato allineamento al Movimento di certo non aiutano. Le posizioni assunte dal Movimento e rispetto alle quali mi sono dissociato erano in realtà tutte distanti dal programma del Movimento e anche dal contratto di Governo, si vedano il condono e il depotenziamento degli Sprar. Insomma, sono stato espulso per troppa coerenza.
Il sindaco De Magistris sfida Salvini dichiarando che il porto di Napoli è aperto agli sbarchi. Cosa ne pensa?
Le leggi si rispettano e il Movimento rispetta le leggi. Ma anche le leggi razziali erano legittime: evidentemente erano ingiuste e noi tutti oggi sappiamo e diciamo che non sarebbero state da rispettare. Occorre evitare di attenersi alle leggi evidentemente ingiuste e quindi non rispettarle in modo acritico e banale. In quel momento l’obbedienza diventa sudditanza.

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