Cinque Stelle, De Lorenzo: “Io dissidente? Non tradisco la Costituzione”

NAPOLI – La trasformazione in partito, aver salvato Matteo Salvini dal processo, aver approvato norme dal profondo sapore leghista, sta portando sull’orlo del baratro il Movimento 5 Stelle. Anche tra i grillini c’è chi, però, non accetta in toto la linea di Luigi Di Maio. Rischiando anche di finire nel mirino dei provvedimenti disciplinari interni, inflitti dai probiviri che non si sono mai espressi in dissenso rispetto alle direttive del capopolitico. La deputata Valeria ‘Rina’ De Lorenzo, fa il punto con ‘Cronache’ di quanto sta avvenendo. Ed esprime la sua preoccupazione su alcune vicende. Ribadendo, per fortuna, che la Costituzione è più importante dello statuto dei 5 Stelle e delle votazioni sulla piattaforma Rousseau.

Onorevole, l’unità del Movimento 5 Stelle è a rischio. Su provvedimenti come l’autorizzazione a procedere sul ministro Salvini in relazione al caso Diciotti e sulla Legittima difesa diversi senatori e deputati hanno deciso di astenersi o votare senza rispettare le indicazioni dei vertici del partito. Lei è tra questi, come mai?

Sulla questione Diciotti hanno votato i senatori e come deputato non dovevo esercitare alcuna prerogativa. Non ho votato la legittima difesa perché ritengo rappresenti uno strappo al principio di convivenza civile e democratica del Paese.

I primi a dissociarsi dai ‘diktat’ del vicepremier Di Maio sono stati i campani Gregorio De Falco, espulso, e Paola Nugnes che invece resta all’interno del Movimento. Come lei anche Elena Fattori. Come si spiega il “due pesi e due misure”?

Le responsabilità delle decisioni sono state e saranno dei probiviri. Basterà leggere le motivazioni dei provvedimenti, se ci saranno per tutti i senatori che ha nominato.

Sulla Legittima difesa ha fatto circolare un dossier tra i colleghi per evidenziare l’incostituzionalità della legge, questo non le ha causato problemi? Non la preoccupa rischiare di finire nella lista dei ‘dissidenti’?

Mi dispiacerebbe finire nella lista di chi vìola la Costituzione. Il mandato parlamentare va esercitato secondo ciò che recita la Carta fondamentale. Ritengo che nessuna legge possa mettere in discussione il patto fiduciario tra Stato e cittadini la cui sicurezza va garantita rafforzando le misure di prevenzione e di repressione delle forze dell’ordine. Il diritto alla vita è prioritario rispetto alla tutela del domicilio.

Il quadro politico è in continuo mutamento, il capo politico del Movimento 5 Stelle, Di Maio, dopo aver perso le elezioni in Abruzzo e in Sardegna ha pensato di annunciare alcuni cambiamenti: via libera alle alleanze e deroga al secondo mandato. Come ha preso queste novità?

In un Paese democratico, che elegge i parlamentari con una legge elettorale di tipo proporzionale, le alleanze di governo sono necessarie. Del resto il governo in carica è retto da una maggioranza formata da una coalizione. Relativamente al doppio mandato elettorale la proposta non riguarda il Parlamento. Spetterà agli iscritti al Movimento la decisione finale.

Con che spirito il Movimento si appresta ad affrontare la battaglia per le Europee vista la bufera giudiziaria che ha coinvolto personalità di spicco e sapendo che il consenso è in calo?

Anzitutto parliamo di elezioni democratiche e non di battaglie. La politica non prevede conflitti ma un confronto sia pure serrato sui temi. Il Movimento presenta il proprio programma ed i candidati, i cittadini giudicano ed esprimono il libero voto. Il il risultato, da rispettare sempre, misurerà il consenso. I sondaggi sono altra cosa. Lei parla di bufera giudiziaria. Si tratta dell’intervento di un ‘ordine autonomo ed indipendente’, articolo 104 della Costituzione, esercitato dalla magistratura. La materia è regolata dal Titolo IV della Costituzione. Nulla da aggiungere.

Col senno di poi, pensa che il contratto di governo sia stata una buona idea per i pentastellati che rischiano di essere fagocitati dalla Lega di Salvini?

Non credo che ci siano fagocitati e fagocitatori in politica.

Lei ha avuto modo di intraprendere una battaglia contro la decisione del Comune di Napoli di installare le griglie di aerazione della Linea 6 della metropolitana in piazza del Plebiscito. In che modo pensa finirà la querelle in corso?

Nessuna battaglia sulle griglie. Mi riferisco ad un progetto complessivo che non è stato pubblicizzato e più volte modificato, pare con modalità non condivisibili. A me interessa che i lavori di realizzazione della Linea 6 si svolgano nel rispetto della legge, della sicurezza,della efficienza e dei vincoli urbanistici ed ambientali esistenti. Non basta spendere il denaro pubblico, occorre saperlo spendere esclusivamente per ciò che l’opera da realizzare nell’interesse esclusivo della collettività.

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