NAPOLI – Un altro capitolo della guerra fredda all’interno del Partito democratico sarà scritto già nelle prossime ore. Con l’impegno elettorale ormai alle spalle, Elly Schlein può ritenersi soddisfatta di avere per le mani un partito che alle urne non è stato travolto come pochi mesi fa e ha dato una prima risposta di vitalità nel turno di Amministrative. E, dopo essere riuscita a mettere le mani, dopo la vittoria alle Primarie, sui ruoli principali del Pd, intende proseguire sulla sua strada. Lo spoil system ‘rosso’ andrà avanti, a quanto pare, con buona pace dei bonacciniani che da settimane chiedono alla segretaria di dare spazio a tutti. E ora sta per arrivare l’ora della verità anche per Piero De Luca, il figlio del governatore della Campania. In queste ore, infatti, è attesa una serie di incontri di Schlein con i parlamentari del suo partito. Deputati e senatori, infatti, saranno chiamati a eleggere gli uffici di presidenza dei gruppi del Partito democratico nei due rami del parlamento. De Luca jr è dal 2021 vicecapogruppo democrat a Montecitorio e nelle ultime settimane si è speso non poco per difendere le posizioni del partito in tutte le sedi, con numerosi interventi pubblici, nonostante l’evidente gelo tra la nuova leadership Pd e il suo papà presidente della Regione Campania. Lo stesso De Luca senior al di là di qualche battuta, ha mantenuto il profilo piuttosto basso nei confronto di Schlein. Segno che una trattativa per evitare di andare allo strappo esiste. Ma ora le carte cominceranno a essere lentamente scoperte. E la prima è la poltrona nell’ufficio di presidenza Pd alla Camera di Piero. Tra i favoriti ci sono Alessandro Alfieri e Alfredo Bazoli. Per quanto riguarda la Camera, invece, le indiscrezioni parlano di una possibile conferma di Simona Bonafè e Piero De Luca. La leader dem può farsi forza di un risultato comunque positivo alle Comunali dove il suo partito ha ottenuto la riconferma in comuni importanti anche in Campania ed evitato il ripetersi di un ‘cappotto’ del centrodestra, favorito anche, va detto, dalla poca omogeneità delle coalizioni in tanti Municipi. E la conferma di De Luca jr nel suo ruolo sarebbe il segno definitivo del dialogo che esiste tra le componenti del Pd, dopo che Schlein ha fallito nel tentativo di portare dalla sua parte il Movimento 5 Stelle e ha perso pezzi nel mondo moderato. Aveva promesso di cacciare ‘cacicchi’ e capibastone, mentre la via del confronto imboccata somiglia più a una prima resa. La questione principale resta sempre quella del terzo mandato, per ottenere il quale De Luca è pronto a dare battaglia. Ma senza uno strappo reale c’è tempo e modo per trovare anche altre soluzioni e compromessi. Di sicuro il tentativo di rivoluzionare il Pd e mettere da parte la vecchia guardia sembra destinato al tramonto dopo un’alba durata davvero molto poco.
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