NAPOLI (Mario Mancuso) – Il presidente Vincenzo De Luca è sempre più critico nei confronti del Pd, in ogni dichiarazione sembra voler rimarcare la distanza dal proprio partito e non è l’unico. La campagna elettorale prima e la sconfitta poi, hanno creato malumori tali da portare anche dem storici ad allontanarsi, in primis l’ex deputato Umberto Del Basso De Caro e il presidente del parlamentino campano Gennaro Oliviero. Altra conseguenza dell’insuccesso è stata la sfiducia al presidente del Pd di Benevento, senza dimenticare la rivolta del gruppo regionale contro il segretario metropolitano di Napoli Marco Sarracino. Insomma, il Pd cade a pezzi e De Luca va all’attacco. “Per lo Stato e i partiti arrivano crisi quando si formano aree di parassitismo e clientela politica – la stoccata del governatore – fino alla chiusura autoreferenziale e non democratica. Se un partito arriva in queste condizioni meglio che muoia. Non abbiate rimpianti se un partito si riduce a una somma di bande e i congressi non servono a niente”. Un’entrata a gamba tesa, l’ennesima, perché è da tempo che De Luca non risparmia attacchi frontali ai suoi. E per questo non è da escludersi un nuovo tentativo del governatore, unico vero leader in Campania, di mettersi a capo di un nuovo contenitore attorno al quale vorrebbero orbitare non solo i piddini delusi, ma anche moderati come Luigi Bosco che ha lasciato Noi di centro, partito creato da Clemente Mastella, e anche il consigliere regionale Maria Luigia Iodice potrebbe tentare un riposizionamento. In un quadro estremamente frazionato, le evoluzioni politiche dipenderanno anche dalla posizione che prenderanno i terzopolisti di Azione e di Italia Viva. Il partito di Matteo Renzi, da sempre considerato un partito amico del governatore, in realtà in queste ore lo è di meno (forse in vista di un avvicinamento alla destra), tant’è vero che i renziani hanno annunciato il loro forfait alla marcia per la pace indetta da De Luca. “Italia Viva Campania ribadisce di essere dalla parte del popolo e del governo ucraino, dalla parte della Nato, dalla parte dell’Occidente e del diritto internazionale – si legge in una nota del portavoce regionale Marcello Lala – Non ci troverete con le nostre idee, con le nostre donne e i nostri uomini, ad alcuna manifestazione “equidistante”, grande o piccola che sia, che si svolgerà sul nostro territorio a cominciare da quella indetta dal governatore De Luca”.
Il Pd sta tentando di risollevarsi avviandosi alla fase congressuale che porterà alla sostituzione di Enrico Letta e anche a un cambio al vertice in Campania e nelle province, una fase che si preannuncia complicata. “Dopo la sfiducia al presidente del partito provinciale – ha detto il consigliere provinciale sannita Giuseppe Antonio Ruggiero – è il momento di porre attenzione anche sulle responsabilità della classe dirigente nazionale per il pessimo risultato ottenuto in Campania. Il commissario Boccia giudica tribale l’azione politica di una direzione composta da gente libera, la Picierno qualifica come insensate le nostre azioni, e per chiudere Graziano ci etichetta come marziani. Questo sarebbe il modello di partito democratico libero dai padroni? Ci aspetta quindi un duro lavoro ed un lungo percorso congressuale”. A meno che prima non ci sia un colpo di scena firmato De Luca.
De Luca tenta di rottamare il Pd in Campania
Il governatore attacca i dem e pensa a un nuovo contenitore con delusi ed ex mastelliani