LONDRA – Il Regno Unito si sta preparando a un’uscita traumatica dall’Europa. Ciò che negli ultimi mesi era stata presentata come una possibilità da scongiurare a tutti i costi, ma pur sempre una possibilità, si sta tramutando in uno scenario concreto. Il ‘No deal’ non è affatto una chimera. E il governo britannico sta accelerando i piani per farsi trovare quantomeno non spiazzato tra qualche mese. Tutto, di fatto, è nelle mani della Camera dei Comuni. E a Theresa May questo clima di paura potrebbe non dispiacere.
Il Regno Unito si prepara all’uscita senza accordo dall’Europa: spazio sulle navi per le scorte, oltre 3mila soldati in arrivo e cuscinetto da 2 miliardi da parte del governo
Ieri si è riunito il consiglio dei ministri e sono state approvate alcune misure degne di nota. Il governo ha stanziato altri 2 miliardi come ‘cuscinetto’ per l’eventuale uscita dall’Ue senza accordo, che si vanno ad aggiungere ai 4,5 già messi in conto negli ultimi mesi. Inoltre, sono in arrivo 3.500 soldati tra ufficiali e riservisti pronti a intervenire in caso di necessità. Le reazioni del Paese, d’altro canto, potrebbero essere ‘pericolose’. Anche sulle navi si sta facendo spazio per sistemare le scorte di alimenti e medicine. Insomma, il 29 marzo 2019 è sempre più vicino e il Regno Unito, al di là delle tattiche di natura squisitamente politica, ha bisogno di farsi trovare pronto. “Far approvare il piano May in Parlamento resta il primo obiettivo, ma dobbiamo prepararci anche all’altra eventualità”, ha commentato il nuovo ministro della Brexit Steve Barclay.
La strategia di Theresa May per recuperare terreno alla Camera dei Comuni: o il suo piano o la Brexit col ‘No deal’ sarà devastante
C’è chi sostiene, probabilmente non a torto, che questo ‘affanno’ faccia parte della strategia di Theresa May per provare a cambiare le sorti dell’accordo trovato con l’Ue quando arriverà alla Camera dei Comuni. I voti necessari a tornare a Bruxelles con il ‘sì’, ad oggi, non ci sono. Proprio per questo la premier ha rinviato la riunione decisiva nella settimana del 14 gennaio, a poco meno di due mesi dall’avvio della Brexit. In pratica, la May sta provando a recuperare terreno – sul piano dei numeri – mettendo di fronte ai parlamentari due opzioni. O il suo piano, o il catastrofico ‘No deal’. “È inaccettabile che aspettiamo circa un mese prima di procedere al voto sulla questione cruciale del futuro del nostro Paese”, ha attaccato il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn.