di Laura Carcano
TORINO (LaPresse) – Il tema delle infrastrutture mette già alla prova il governo M5s-Lega, reduce dall’incasso della fiducia. Il neo ministro Danilo Toninelli, a Torino per inaugurare il Salone dell’auto, dà la linea dell’esecutivo Conte sulle grandi opere. Ma non sgombra l’incertezza dello scenario su fronti come la Tav. Su cui pare eloquente la frase di Toninelli per cui il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, “fa sempre battute simpatiche, ma gli direi di stare tranquillo. Potrebbe non esserci mai, su quella linea, un treno che passi sul suo corpo”.
Certo una battuta, in risposta a un’altra e in un “clima sereno”, si affretta a precisare il neo ministro pentastellato
Ministro che non rinuncia comunque a replicare a quanto detto da Chiamparino sulla Tav. Ovvero che chi “vuole fermare l’opera deve passare sul mio corpo”. Affermazione fatta dall’ex sindaco di Torino proprio in quel consiglio regionale dove su un Odg a sostegno della Torino Lione il voto della Lega è confluito con quello di Pd e Fi.
Toninelli annuncia da Torino: “Valuteremo opera per opera costi e benefici. La Tav è nel programma di governo per una rivalutazione. Lo decideremo conti alla mano. L’esito delle valutazioni arriverà tra qualche settimana”.
In un’intervista apparsa proprio nel giorno della visita al Salone dell’auto, il nuovo titolare del dicastero dei Trasporti assicura che “le infrastrutture sono il volano migliore per far ripartire l’economia. Qui non si tratta di azzerare tutto, ma di sviluppare in continuità ciò che funziona e innovare dove le cose non funzionano”.
Fra le priorità indicate dal neo ministro grillino “mobilità fossil free, ferrovie regionali, legalità e Sud”. Migliorando però “la qualità della spesa”.
Parole che vogliono suonare forse rassicuranti. Ma un certo nervosismo, segno di come sulla realizzazione delle grandi opere le due anime del governo gialloverde non paiono allinearsi completamente, è trapelato in questi giorni dal presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia.
Sul metodo annunciato dal ministro che viene dalle fila dei 5 Stelle, fondato su un’attenta disamina di costi e benefici anche delle opere venete, Mose e Pedemontana, l’ex ministro e governatore Zaia ha punzecchiato: “Penso che” quello di Toninelli “sia il ministero delle Infrastrutture, non quello delle disinfrastrutture”.