Decreto crescita oggi in Consiglio dei Ministri. Tria sotto attacco, il Mef alla Lega dopo le Europee

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Il ministro dell’Economia Giovanni Tria potrebbe essere l’agnello sacrificale per garantire la tenuta del governo gialloverde. Mal sopportato fin dall’inizio, vissuto più come una imposizione che altro, sul ministro del Tesoro si combatte una battaglia politica interna senza precedenti. L’ultimo vulnus è sul cosiddetto decreto banche: Luigi Di Maio ha fretta di intestarsi una vittoria politica per il Movimento 5 Stelle, la vicenda dei truffati dalle banche, e dimostrare all’elettorato che non è solo Mattao Salvini il motore dell’esecutivo.

I tentennamenti del ministero del Tesoro hanno spinto Di Maio all’attacco diretto, “ora basta, così ci fai perdere le Europee“. Ma non solo: con la Lega in pressing su un rimpasto, la poltrona di Tria sarà l’offerta perfetta per riequilibrare l’assetto di governo. Di Maio sarebbe disposto a concedere il Mef alla Lega e scongiurare il rischio di dover cedere altri ministeri pentastellati al partner di governo. Oggi il faccia a faccia in Consiglio dei Ministri dove approderà il decreto crescita.

Tria sotto attacco, decreto banche in bilico

La questione è assai delicata e sarà risolta oggi in Consiglio dei Ministri. Il premier Conte sta provando a mediare, ma è un esercizio assai complesso. La questione gira attorno al testo scritto dal sottosegretario Alessio Villarosa sui truffati dalle banche. Il documento in questione segue una linea che rischia ricorsi dall’Europa ed è questo il motivo che ha spinto Tria a prendere tempo sui decreti. Laura Castelli sta mediando ed oggi in Cdm arriveranno due testi: quello di Villarosa e quello mediato, con una corsia preferenziale per i risparmiatori più fragili. La preoccupazione in casa 5 Stelle è alta, perché c’è il rischio che il governo non riesca a risarcire di un euro i risparmiatori prima delle elezioni. Questioni elettorali e non economiche quindi su cui Tria non vuole entrare: “E’ una decisione politica, tocca a loro. Gareggiano per intestarsi il decreto, io su questo faccio un passo indietro“. Anche il Premier Conte è al lavoro per trovare una sintesi.

La Lega segue sottotraccia e lavora a una maggioranza più ampia

La Lega e Matteo Salvini si muovono nell’ombra. Tria, non è un segreto, è mal digerito anche dal Carroccio. Sul decreto sulle banche sta cercando di non perdere consenso e terreno e resta in scia del Movimento, aspettando il rimpasto dopo le Europee. Ma gli sherpa leghisti sono al lavoro per aumentare la platea della maggioranza. Un lavoro che vorrebbe portare dentro Fratelli d’Italia e pezzi singoli di Forza Italia. Non sarà facile, ma nemmeno impossibile dopo le elezioni Europee. Intanto ai microfoni di Mattino 5 è Di Maio a ‘smentire’ le voci che vorrebbero il Mef alla Lega: “Miti e leggende”. Un’affermazione che suona tanto come il celebre “stai sereno” di renziana memoria.

Lega-5 Stelle, frizioni quotidiane

I dissapori e le frecciate tra Lega e 5 Stelle sono ormai quotidiane. Con le Europee alle porte e la crisi dei consensi registrata alle Regionali, Luigi Di Maio cerca di riposizionare il Movimento e recuperare elettori. Oltre al decreto banche, il vicepremier pentastellato è andato all’attacco del Carroccio: “Preoccupano le posizioni da ultradestra“. Sulle manifestazioni violente di Roma il capo politico a 5 Stelle ha dato un colpo alla botte ed uno al cerchio: “Non giustifico chi calpesta pane o fa atti di violenza, ma so che ci sono tensioni tra italiani e stranieri ed è mio lavoro abbassare queste tensioni sociali“, ha spiegato in riferimento agli accaduti di Torre Mura.

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