Decreto Dignità: all’appello mancano solo gli articoli dedicati al lavoro

A scaldare gli animi ci ha pensato il 'nord-est produttivo', uno dei cuori pulsanti dell'economia italiana

Foto Ufficio stampa Palazzo Chigi / Filippo Attili / LaPresse in foto Luigi Di Maio, Giuseppe Conte
di Dario Borriello

ROMA (LaPresse) – Il duo M5S-Lega conserva il boccone più ricco del decreto Dignità per l’ultima forchettata. All’appello mancano infatti solo gli articoli dedicati al mondo del lavoro. Quelli che più di tutti hanno fatto discutere il mondo politico. Diviso tra chi vede effetti positivi nel testo di Luigi Di Maio e chi, invece, profetizza un calo graduale e pericolosissimo dell’occupazione. Nel mezzo ci sono i voucher, le recriminazioni degli industriali veneti e la determinazione della maggioranza a portare a casa il primo, vero provvedimento del governo del ‘cambiamento’.

A scaldare gli animi ci ha pensato il ‘nord-est produttivo’, uno dei cuori pulsanti dell’economia italiana

Secondo chi fa impresa, il decreto non piace perché allaccia catene ai polsi chi vuole assumere, soprattutto con contratti a termine. Il vicepremier Di Maio, in uno dei recenti botta e risposta con il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, disse che “a preoccuparsi devono essere gli imprenditori che non si comportano bene. Chi fa il proprio mestiere correttamente, invece, non deve temere nulla”. Gli industriali del Veneto, però, non la pensano alla stessa maniera. E fanno sapere indirettamente che la delusione è forte, anche tra chi ha sostenuto e votato la Lega. E sono tanti. Il viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, che dal Carroccio proviene, replica: “Risponderemo con i fatti”. Senza escludere possibili modifiche: “Vedremo quando discuteremo dell’articolo 1”. Il suo leader, Matteo Salvini, invece, prova quasi a sfidarli. Bonariamente, s’intende. “Arriviamo a fine percorso e vediamo chi ha torto o ragione”, dice il ministro dell’Interno. Spiegando che l’obiettivo è “garantire più lavoro, più diritti agli imprenditori e ai lavoratori, non tornare indietro”.

A partire dai voucher per il turismo, noto cavallo di battaglia per chi si è formato dalle parti di via Bellerio, a Milano

Nel testo dell’emendamento dei relatori circolato il buono lavoro c’è, ma ha dei paletti precisi. Ne possono usufruire le piccole e medie imprese fino a 10 dipendenti, ma per un periodo non più lungo di 10 giorni. Inoltre, sono fruibili per pensionati, studenti fino a 25 anni che possano dimostrare l’iscrizione a scuola o all’università e per disoccupati o cittadini al di sotto della soglia di povertà, dunque beneficiari delle misure di sostegno al reddito, reddito di inclusione compreso. Una stretta che non convince del tutto nemmeno gli uomini della maggioranza, e non è escluso che alla fine le maglie non si possano allargare nella versione definitiva.

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