Decreto fisco, Salvini smentisce Di Maio: nessun trucco

Caso politico fra Lega e 5 Stelle sul decreto fiscale. Lo stesso Salvini nega "trucchi" e precisa che il testo è stato votato all'unanimità

Salvini e Di Maio

ROMA – L’allarme del vicepremier Luigi Di Maio sulla “manina” che avrebbe modificato lil decreto legge fiscale aprono un caso politico nella maggioranza. Il primo a smentire Di Maio è l’altro vicepremier Matteo Salvini: “Nessun trucco. Legge di bilancio e decreto fiscale sono passati in Consiglio dei ministri all’unanimità. Nessuno ha votato contro. Anche perché quello che chiamate condono, un condono non è”. Salvini ha aggiunto che “la manovra non cambierà di una virgola. Ma non si permettano di inviare troike o commissari. La smettano, facciano lavorare il governo degli italiani. Mi appello al buon senso, come Draghi”.

Garavaglia: testo modificato? Non ne so nulla. Castelli: problema politico

Da parte sua, il  viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia (Lega) ha risposto “è evidente, tutti sapevano” a Fattoquotidiano.it e Repubblica.it su chi fosse a conoscenza delle norme sul condono del Dl fiscale. Testo modificato? “Non ne so nulla, datemi notizie”“Prima del Cdm, lunedì, c’è stato un lungo tavolo politico in cui l’accordo che avevamo raggiunto non prevedeva nessun condono penale né scudo fiscale sui capitali esteri. Adesso Garavaglia e la Lega ci dicono che approvano una norma che introduce condoni penali e scudi fiscali per capitali all’estero? Allora c’è un problema politico”. Così la viceministro dell’Economia, Laura Castelli, ai cronisti alla Camera.

Rampelli (FdI): la sanatoria era già prevista

Un duro attacco a Di Maio proviene dal vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.”Abbiamo la prova che quella frase che ha fatto gridare al complotto il ministro Di Maio già esisteva nella versione in entrata del Consiglio dei ministri. Era all’articolo 6 e non 9, aveva un titolo diverso, ma il contenuto di sanatoria per i capitali e gli immobili all’estero c’era già. Nessuna manina, ma tanta intollerabile approssimazione e, forse, malafede. Il ministro Di Maio farebbe bene a scusarsi con gli italiani per la svista, per la menzogna, per aver incolpato di manipolazione del decreto degli innocenti, faccia lui… e torni a vendere bibite in curva, mestiere più in sintonia con la sua preparazione imbarazzante”.

 

 

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