ROMA (LaPresse) – Decreto legge ministeri, Forza Italia: “E’ incostituzionale, comporterà problemi ai dicasteri”. “E’ evidente come il riordino delle attribuzioni dei ministeri non sia di certo un evento dai presupposti di necessità. E soprattutto non di urgenza. Chiaramente sanciti dall’articolo 77 della Costituzione. Ponendosi pertanto in contrasto con le regole giuridiche. Anche di rango costituzionale. Che presiedono alla redazione dei provvedimenti d’urgenza”. Così Annaelsa Tartaglione, deputata di Forza Italia. Intervenendo nell’Aula di Montecitorio. Per illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità. Presentata dal movimento azzurro al dl riordino ministeri.
Decreto legge ministeri, le parole di Annaelsa Tartaglione
“Nel provvedimento in esame il principio di ragionevolezza è stato bistrattato. E finanche mortificato. Infatti, si tratta di norme in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri. Che mancano del tutto dei presupposti di necessità. E che sarebbe stato sicuramente più opportuno inserire all’interno di un disegno di legge. Destinato a seguire l’ordinario iter parlamentare. Così come stabilito dall’articolo 95 della Costituzione. Che affida chiaramente e puntualmente alla legge l’ordinamento della Presidenza del Consiglio. Il numero, le attribuzioni e l’organizzazione dei Ministeri”, aggiunge Tartaglione.
“Un provvedimento che manca di costituzionalità”
“Il provvedimento desta quindi forte perplessità. Riguardo all’evidente assenza dei presupposti di costituzionalità. Ma anche di necessità ed urgenza. Alla affrettata e superflua attività svolta in Commissione. Ma anche riguardo alla natura delle norme stesse – continua la deputata -. Quello che ci si dovrebbe aspettare da un Governo del cambiamento. E’ come minimo il superamento. In maniera articolata, di ogni ostacolo o resistenza. Come quello della burocrazia. Invece, purtroppo, ci troviamo di fronte a un provvedimento che comporta evidenti problematiche in termini di funzionamento dell’apparato organizzativo dei Ministeri. Senza che si parli mai di produttività. O almeno di progettualità. Con la sola volontà di generare caos. Nonché un ulteriore rallentamento nella nostra economia. Tutto questo in barba alla Costituzione. Espropriando il Parlamento dalle sue competenze legislative”.