ROMA – E’ lo spettro del condono nel decreto legge rilancio a creare un brivido dietro la schiena del governo. Si lavora a palazzo Chigi per fare la sintesi sul dl, che molto probabilmente andrà all’esame del Consiglio dei ministri non prima della prossima settimana. Troppe ancora le tensioni sul provvedimento e soprattutto le richieste da parte dei singoli ministeri, oltre che dalle altre anime della maggioranza. Il premier Giuseppe Conte è convinto di poter fare quadrato e soprattutto dare lo sprint per partorire misure “poderose” per far ripartire l’Italia, che comunque continua a lottare quotidianamente contro il Covid-19.
A creare tensione è però la misura spuntata nelle bozze in circolazione del dl, nel quale si prevedono due norme di condono edilizio per le regioni del Sud e per immobili già realizzati, ma non in contrasto con i piani regionali. “Condoni? No grazie” replica piccato Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle. “Il prossimo decreto del governo conterrà misure di fortissimo impatto per il sostegno e Rilancio di famiglie e imprese e ne vogliamo andare orgogliosi. Cose di cui vergognarci non ne dovrà contenere” taglia corto.
Anche dal Partito democratico arriva la bocciatura: “La stagione dei condoni è stata quella di altri Governi, non certo di quelli sostenuti dal Partito Democratico – avverte la responsabile ambiente, Chiara Braga. Rimettiamo in moto l’economia e l’Italia puntando su economia circolare, sostenibilità e innovazione”. Da Italia viva trapela che il tema non è stato affrontato in alcuna riunione e ricordano “che gli unici condoni sono stati fatti da Lega e M5S”.
Altro nodo la cassa integrazione, che secondo le stime è stata erogata a un italiano su cinque che ne ha fatto richiesta. L’allarme resta alto, con Conte che ha assicurato di voler puntare sulla semplificazione amministrativa e della riduzione degli adempimenti burocratici. E ha annunciato che “nel prossimo decreto-legge di sostegno all’economia, introdurremo un meccanismo semplificato di erogazione della Cassa Integrazione. Anche guadagni in deroga, fondamentale per ampie categorie di lavoratori”.
Parole che non convincono Matteo Salvini che torna alla carica: “Troppa burocrazia e meccanismi complicati stanno affamando milioni di famiglie. Ci auguriamo che di fronte a questi numeri il governo torni sui suoi passi e applichi misure più ragionevoli e procedure più snelle”.
E di rilancio Conte parlerà forse già domani con Vittorio Colao, capo della task force. Attese infatti le prime raccomandazioni del Comitato – dopo aver incontrato più di un centinaio di esponenti del mondo delle imprese, organizzazioni di categoria e rappresentanti dei lavoratori – che saranno condivise nei prossimi giorni con il premier. L’obiettivo di studio della squadra di Colao è quello di proporre misure per il sostegno all’impreditoria. Che ha dovuto vivere con i danni economici causati dal Coronavirus, per questo le raccomandazioni veteranno su iniziative di liquidità, sulle infrastrutture e anche su misure fiscali.
Tra le misure su cui il Mef già ha posto la bandierina c’è l’ecobonus al 110%. “Il decreto per il Rilancio dell’economia prevederà importanti misure per lo sviluppo, fra cui l’ecobonus al 110% – spiega Antonio Misiani, viceministro all’Economia. Il Mef è al lavoro per aiutare le famiglie e le imprese italiane a ripartire”. Una norma fortemente voluta dal sottosegretario Riccardo Fraccaro e sostenuta dal premier Giuseppe Conte.
Donatella Di Nitto (LaPresse)