Decretone, via libera in Senato ai 900 emendamenti su quota 100 e reddito di cittadinanza

Dopo la bagarre in Aula è arrivato il via libera agli emendamenti al decretone su reddito di cittadinanza e pensioni. Le principali novità riguardano salario minimo e spese delle card. Il provvedimento ora passa alla Camera

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Senato -

ROMA – Via libera del Senato al decretone su reddito e pensioni con 149 sì, 110 no e 4 astenuti. A Palazzo Madama questa mattina c’è stato il voto dei circa 900 emendamenti. La votazione è iniziata ieri a Palazzo Madama, e si è conclusa intorno alle 20. Durante la seduta di ieri sono stati confermati con voto favorevole una quindicina di emendamenti già approvati in commissione Lavoro, tre proposti dal governo e uno dai relatori. Il dibattito è ricominciato questa mattina intorno alle 9,30. Bagarre nell’Aula del Senato nel corso dell’intervento della pentastellata Paola Taverna. Il Pd ha alzato la voce e costringendo la presidente Elisabetta Casellati ad intervenire per richiamare tutti all’ordine. La seduta è stata sospesa per diversi minuti per la protesta dei senatori di Forza italia che hanno indossato gilet blu con su scritto “Sì lavoro, no bugie”. Il decretone scade il 29 marzo, passerà poi in seconda lettura alla Camera.

Le principali novità

Le principali novità riguardano il reddito di cittadinanza. Un emendamento al decretone approvato dal Senato prevede che i beneficiari saranno obbligati ad accettare la proposta di lavoro solo se il salario sarà di 858 euro al mese. Questo perché l’offerta è da ritenersi congrua se la retribuzione è “superiore di almeno il 10 per cento del beneficio massimo fruibile da un solo individuo, inclusivo della componente ad integrazione del reddito dei nuclei residenti in abitazioni in locazione”. lnoltre vengono posti dei limiti al controllo delle spese della card del reddito di cittadinanza, imposti dalla legge sulla privacy. Lo Stato potrà controllare i soli importi complessivi e non le singole spese. Questo emendamento recepisce le obiezioni del Garante della privacy.

Navigator e stranieri

Approvato anche l’emendamento presentato dalla Lega che pone dei limiti per consentire agli stranieri di rientrare tra i beneficiari del reddito di cittadinanza. I cittadini di Stati non appartenenti all’Ue devono produrre apposita certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, sia ai fini dell’accertamento del reddito e del patrimonio, sia ai fini della composizione del nucleo familiare. Per quanto riguarda i ‘navigator’ servirà il parere della Conferenza Stato-Regioni per procedere alla loro assunzione. I tutor seguiranno i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca del lavoro. Le principali novità sul piano economico dovrebbero emergere nel passaggio alla Camera.

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