ROMA – Aprile come nuova alba per lavoro e previdenza, con tante novità dell’ultima ora e non pochi dubbi. Sono passate appena 24 ore dall’ok al decretone che ha approvato reddito di cittadinanza e quota 100. Ma nel testo finale, tra tagli e riscatti di lauree, spuntano nuovi dettagli sui due provvedimenti. Dal canto suo Palazzo Chigi ha preferito mettere un paletto. La platea del Rdc non cambia, riguarda 5 milioni di beneficiari, con circa 1 milione 800mila famiglie aventi diritto e l’85% che ne farà davvero richiesta.
Reddito di cittadinanza, come spenderlo
La novità più importante riguarda proprio la misura bandiera del M5S: chi usufruirà del reddito dovrà spenderlo tutto nel mese. Altrimenti subirà un taglio del 10% del beneficio già nel mese successivo. L’idea alla base è che non si tratti di una misura assistenzialistica e che debba avere un impatto espansivo sull’economia; una piccola contraddizione in realtà con il limite di 100 euro da prelevare attraverso la carta del reddito.
Come usufruire dell’assegno di ricollocazione
E se, pare, non ci sarà l’obbligo di accettare un’offerta di lavoro per uno dei genitori nelle famiglie con bimbi fino a 3 anni, con il reddito arriva anche un assegno di ricollocazione da 250 a cinquemila euro, da spendere presso i centri per l’impiego o i centri accreditati che “permette di ricevere un servizio di assistenza intensiva alla ricerca di occupazione”.
Decretone, come cambia il sistema pensionistico
Novità per le pensioni? Di certo rimane fermo lo stanziamento di 4 miliardi per quota 100 nel 2019. Ma per chi vorrà lasciare prima il lavoro non ci saranno sorprese. “L’accesso alla pensione anticipata è consentito se risulta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne”, si legge nel testo, che spiega come gli aumenti dei requisiti sono bloccati fino al 31 dicembre 2026.
Laurea, il riscatto sarà light
In molti però erano interessati alle nuove norme per il recupero ai fini previdenziali degli anni universitari. Ecco, con il riscatto ‘light’ della laurea previsto dal decretone si risparmierà circa il 45% pagando. Con una retribuzione lorda annua di 35mila euro, 5.184 euro per ogni anno distudi contro gli 11.150 euro del riscatto ordinario. Ma secondo la Fondazione Studi Consulenti c’è un problema. Se normalmente riscattando il periodo di studi aumenta la anzianità assicurativa e contributiva, cioè salgono gli anni di contributi accantonati e aumenta la misura dell’assegno di pensione, cioè aumenta il montante contributivo che genererà l’assegno pensionistico, con la misura varata dal governo aumenta la anzianità assicurativa e contributiva ma non aumenta il valore della pensione.
Sì al Decretone, la parola passa all’Inps
Ora sarà decisiva l’Inps per far sì che si parta davvero tra tre mesi: il 5 marzo sarà il primo giorno utile per richiedere il reddito ed entro 30 giorni dall’entrata in vigore del dl l’ente darà l’ok al modulo per la domanda. E sempre l’istituto di previdenza dovrà emanare i decreti attuativi per quota 100; per avere i primi effetti prima delle Europee servirà un colpo di reni importante.
(LaPresse/di Alessandro Banfo)