Def: flat tax dal 2019 e tagli per Cnel e Parlamento

I numeri della Manovra economica e finanziaria. Il governo giallo-verde pronto a tagliare su Parlamento e Cnel nel Def.

Foto LaPresse / Filippo Attili

ROMA – Il Documento di economia e finanza è in corso di pubblicazione, con aggiornamenti continui sulle misure economiche elaborate dal governo giallo-verde. Iniziano ad emergere le cifre ufficiali della Manovra. Pace fiscale, reddito di cittadinanza, flat tax, pensioni e tagli le voci principali del Def. Forbici anche per i due rami del Parlamento e per il Cnel, sopravvissuto al referendum costituzionale voluto dall’ex premier Matteo Renzi nel 2016. Per entrare nel merito delle misure, bisognerà aspettare i 12 disegni di legge collegati alla Manovra.

Flat tax, pace fiscale e reddito di cittadinanza

La flat tax partirà nel 2019, ma in maniera progressiva, per evitare un forte impatto pesante sui conti pubblici. “Il governo intende iniziare un percorso di riduzione graduale della pressione fiscale su famiglie e imprese, sostenendo nella prima fase le attività di minori dimensioni svolte da imprenditori individuali, artigiani e lavoratori autonomi”, si legge nella nota dell’esecutivo. I soggetti che aderiscono al regime agevolato saranno esentati dal versamento dell’Iva e da ogni adempimento. Per la pace fiscale bisognerà aspettare un decreto. “L’obiettivo è chiudere le posizioni debitorie ancora aperte per consentire la ripresa efficiente dell’attività di riscossione ordinaria”, continua la nota. l Reddito di Cittadinanza opererà in via completamente digitale, riducendo tempi costi e possibilità di frodi. Il governo fa sapere che si introdurranno misure per integrare le pensioni esistenti al valore della soglia di povertà relativa (780 euro al mese). Sul reddito di cittadinanza fanno sapere che opererà in via completamente digitale, per ridurre tempi costi e possibilità di frodi.

Tagli in Parlamento

Il governo di Lega e Movimento 5 Stelle intende ridurre il numero di parlamentari. Si passerà da 630 deputati a 400 e da 315 senatori a 200. Torna nell’agenda politica anche l’abolizione del Cnel. Tra le principali novità sul fronte democrazia c’è una nuova ‘porta’ per la partecipazione diretta dei cittadini. “Sarà possibile ricorrere alla Corte costituzionale rispetto alle deliberazioni assunte dalle Camere in materia di elezioni e cause di ineleggibilità e incompatibilità dei membri del Parlamento”, recita la nota dell’esecutivo.

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