ROMA – Deluse le aspettative della Cgil, che si attendeva questa volta un’inversione del modo di fare di Palazzo Chigi, sperando di potersi confrontare con l’esecutivo sulle misure da inserire nella prossima manovra di bilancio prima che il Def ricevesse il via libera del Cdm. E invece niente da fare: il documento è stato approvato oggi pomeriggio, prima dell’incontro tra governo e sindacati convocato per domani mattina. Una decisione, questa, che ha innervosito il leader del sindacato di Corso d’Italia.
“Oggi decidono e a noi ci incontrano domani. Una cosa simpatica”, ha ironizzato Maurizio Landini, dal palco dell’Assemblea generale della Fiom. Una battuta di spirito che però apre la porta ad un manifesto disappunto: “è utile capire – ha affermato infatti subito dopo – se il governo pensa che per affrontare la situazione sia necessario il coinvolgimento ed il confronto preventivo con il mondo del lavoro o se pensa di prendere delle decisioni e poi comunicarcele”.
Una scelta che per Landini sarebbe “la scelta sbagliata” e che porterebbe i sindacati a valutare come muoversi: “non staremo zitti e fermi”, ha assicurato il segretario generale.
In ogni caso domani, continua Landini “ascolteremo cosa ci dirà il Governo, ma diremo anche noi cosa serve fare, anche se non è detto che ci ascoltino”, ha sottolineato. Più fiducioso il primo ministro Mario Draghi che ha ribadito, dal canto suo, l’importanza dell’incontro di domani perché “riprende il confronto” rallentato all’inizio dell’anno “dai grandi eventi che sono successi ma anche perché siamo attaccati su più fronti: l’inflazione, il caro materie prime, la guerra, la scelta da che campo stare, una scelta – ha fatto notare – che era passata in sottordine in tutti questi anni di pace”.
All’ordine del giorno, per Draghi, ci sono “gli accordi internazionali, le cose da fare nella diversificazione degli approvvigionamenti e anche delle energie dove bisognerà fare un salto”. A fronte di tutti questi dossier, “la cosa più naturale da fare è vedere se si riesce a stare tutti insieme, discutere di questo quadro complessivo e vedere se si trova una strada comune”.
Obiettivo che però dovrà tenere conto dell’ampia rosa di temi che la Cgil metterà sul tavolo domani: “istituire una moratoria sui mutui, evitare il rialzo degli affitti e gli sfratti, affrontare il caro-bollette e il caro-carburanti e l’aumento dei prezzi dei beni alimentari”. Alla base di ognuno di questi c’è una considerazione generale, e cioè “che i costi della guerra non ricadano su chi sta peggio”. Per questo Landini ha riproposto il tema dello scostamento di bilancio e prelievo di solidarietà, affermando che “è il momento di un governo pubblico dell’economia”.
C’è poi la questione delle risorse per la difesa ad allontanare Palazzo Chigi dalla Cgil, che ha ribadito ancora una volta il suo fermo no all’aumento delle spese militari. Accanto, infine, il fronte lavoro, con la lotta alla precarietà e l’energia su cui la Cgil, con la Cisl e la Uil, chiederà all’esecutivo di attivare un tavolo tecnico per “definire un piano energetico per affrontare la situazione: la politica energetica e la politica industriale sono condizioni essenziali per riqualificare lo sviluppo del Paese e sono le stesse cose su cui ha puntato il Pnrr”.(LaPresse)