ROMA – Dopo sei mesi si torna al punto di partenza, o meglio, al punto di arrivo di quella lunga trattativa con Bruxelles sulla legge di Bilancio 2019 durata l’intero autunno e che portò il governo a rivedere le proprie stime sul rapporto deficit/Pil dal 2,4% sbandierato al balcone di palazzo Chigi al 2,04%. Ed è proprio quest’ultimo il numero che torna nell’assestamento di bilancio varato dal Consiglio dei ministri, che considerato il “sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali” delle finanze pubbliche italiane ha rivisto al ribasso il 2,4% riproposto nel Def di aprile certificando una correzione di 6,1 miliardi di euro, comprensiva delle misure fuori dal perimetro del bilancio dello Stato. A ciò si aggiunge il decreto-legge per il congelamento di 1,5 miliardi di spese derivanti dal minor utilizzo delle risorse stanziate per Reddito di Cittadinanza e Quota 100 per effetto di domande inferiori alle attese.
A ciò si aggiunge il decreto-legge per il congelamento di 1,5 miliardi di spese derivanti dal minor utilizzo delle risorse stanziate per Reddito di Cittadinanza e Quota 100 per effetto di domande inferiori alle attese.
“Il Governo ritiene ampiamente compliant con le regole del Patto di Stabilità e Crescita il quadro di finanza pubblica – rivendica in una nota il Mef – I provvedimenti varati creano le condizioni per rendere ingiustificato l’avvio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia”.
Il tempo è poco ma le circostanze sono più favorevoli del previsto
A Bruxelles sembrava ormai scontata la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia ma l’impasse sulle nomine gioca a favore dei gialloverdi. Il vertice dei leader di domenica 30, durato fino al giorno dopo, si è concluso con un nulla di fatto, rendendo necessaria una nuova riunione straordinaria in extremis. E questo impegno ha fatto slittare da martedì a mercoledì la riunione del collegio dei commissari chiamati a pronunciarsi sulla procedura di infrazione all’Italia.
Così il premier è tornato in Italia appena il tempo necessario allo svolgimento del Consiglio dei ministri che ha approvato l’assestamento di bilancio e il decreto con misure urgenti per il miglioramento della finanza pubblica per poi ripartire alla volta del Belgio con le mani piene dei due provvedimenti approvati e e dei 7,6 miliardi con cui l’esecutivo spera di evitare il cartellino per debito eccessivo.
L’assestamento di bilancio, in termini di competenza, mostra un miglioramento di circa 1,9 miliardi di euro del saldo netto da finanziare di competenza e 3,4 miliardi di cassa. Ma non basta il decreto che certifica il miglioramento dei conti pubblici, in cui rientrano misure una tantum come le maxi cedole di Cdp e Bankitalia che non bastano certo a rassicurare l’Europa.
L’esecutivo ne ha aggiunto uno ‘ad hoc’ con cui congela 1,5 miliardi dai fondi per il reddito di cittadinanza e quota 100, accantonando per il 2019 i ‘risparmi’ stimati dalle due misure per cui il numero delle domande arrivate, aveva anticipato il governo, è stato inferiore alle attese.
In sostanza, spiega via XX Settembre, “l’indebitamento netto dell’Italia si ridurrà di 7,6 miliardi rispetto alle previsioni del Def di aprile per effetto dei provvedimenti adottati dal Governo. Senza per questo penalizzare l’impegno del Governo a favore della crescita economica, della coesione sociale e della stabilità finanziaria del Paese, tutte priorità che verranno confermate anche nella prossima Legge di bilancio 2020”, è la rivendicazione.
Conte ne parlerà ancora a Bruxelles, forte anche del sostegno del presidente della repubblica, Sergio Mattarella: “Noi crediamo che la procedura di infrazione non abbia ragione di essere aperta”, è stata l’apertura del capo dello Stato. (LaPresse)