Delitto Martina, la madre: “Era bella come il sole, adesso troverò la stanza vuota”

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Fiorenza Cossentino, madre di Martina

AFRAGOLA – La società civile è attonita per l’omicidio della 14enne Martina Carbonaro, che si aggiunge agli 11 registrati nei primi 4 mesi in Campania. “Voglio solo giustizia. Voglio l’ergastolo per questo ragazzo”. Enza Cossentino, la mamma di Martina, non si dà pace. “L’amore può finire. Ma si può morire così?”, si chiede. Ma di una cosa è certa: “Figlia mia, chi ti ha fatto del male la pagherà, vola in alto”, scrive sui social. “Martina fai attenzione”, l’aveva avvertita la mamma quando il fidanzato le aveva dato uno schiaffo. “Che peccato ha fatto mia figlia? Era bella come il sole. Ora tornerò a casa e troverò la sua stanzetta vuota”, dice Enza. In casa “non sarà mai più come prima” perché “è una ferita che non si rimargina” La Cossentino, Enza per tutti, ricorda quanto accaduto da lunedì sera, quando sua figlia è uscita di casa per l’ultima volta. “E’ andata con una sua amica a prendere un gelato, poi ha visto l’ex fidanzato. Nel condominio, quando lui veniva a pranzo da noi, tutti dicevano che era un bravo ragazzo. Invece si è rivelato un mostro”, Dopo il delitto, il ragazzo si è presentato a casa sua, l’ha consolata e si è adoperato per le ricerche: era in casa Carbonaro quando è stato prelevato dai carabinieri. E in quel momento la madre ha avuto la conferma di un “brutto presentimento” che ha percepito quando ha sentito Martina per l’ultima volta ma lei era “strana”.

“Siamo tutti profondamente addolorati per l’orrore dell’inaccettabile morte di una adolescente a cui è stato tolto il diritto di vivere – dichiara il sindaco di Afragola Antonio Pannone – È una immane tragedia che sconvolge la nostra comunità, attonita di fronte alle barbarie di chi non ha rispettato la libertà e la dignità di una giovanissima donna… Oggi Afragola piange per l’inconsolabile dolore di una vita spezzata, un fiore reciso con una cieca violenza senza senso che toglie il respiro: una perdita che non ammette spiegazioni ma che deve vederci tutti ancora più impegnati nel difendere i diritti e le speranze dei nostri giovani, il bene più prezioso di cui disponiamo”.

Tutta la comunità dell’Istituto Torrente, frequentato dalla 14enne, “si stringe intorno alla famiglia di Martina, in questo momento di immenso dolore, per la sua prematura e tragica scomparsa che lascia un vuoto incolmabile nei cuori di tutti noi, compagni, insegnanti e personale scolastico. La ricorderemo sempre per il suo sorriso e la sua gentilezza, qualità che l’hanno resa speciale in ogni giorno trascorso insieme. Sarà sempre nei nostri cuori e nei nostri pensieri e farà parte per sempre di questa comunità che non la dimenticherà mai”.

“Non l’accetto, non ci posso credere e invece è arrivata la notizia della tua morte – scrive sui social la docente Carla Caputo – Porterò per sempre nel cuore il tuo volto, la tua voce, la tua presenza in aula. E porterò anche questo dolore, trasformandolo in un impegno ancora più forte per educare al rispetto, all’uguaglianza, alla libertà. Avevi solo 14 anni. Avevi diritto alla vita, ai sogni, ai primi amori, alle risate tra i banchi. Invece sei stata strappata via. Brutalmente. Ingiustamente. Silenziosamente. Come docente mi sento tradita. Da una società che non sa proteggere le sue ragazze. Da un sistema che ancora oggi tollera, minimizza, giustifica la violenza. Ci insegnano a spiegare il rispetto, ma non ci danno gli strumenti per garantirlo fuori dalle mura della scuola. E la delusione è immensa. Perché ogni volta che perdiamo una ragazza, perdiamo una parte del nostro futuro. Perdere un’alunna così è come perdere una figlia. Come se mi avessero strappato un pezzo dell’anima, senza spiegazione”.

“Più volte abbiamo lanciato l’allarme, sottolineando quanto si stia abbassando l’età nei casi di violenza e di femminicidio. Questo dovrebbe farci riflettere e metterci davanti alla realtà: non stiamo facendo abbastanza per i giovani e le giovani. Non c’è nessuna prevenzione e ancora non si riesce ad avere un piano organico di formazione ed educazione per le ragazze e i ragazzi. Siamo noi adulti che dobbiamo agire, ma ci sembra che tutto resti immobile. Martina aveva solo 14 anni e una vita davanti’’. Così Telefono Rosa, l’associazione al fianco delle donne vittime di violenza, commenta sui social il femminicidio, stringendosi “al dolore della sua famiglia”.

La vicenda di Martina Carbonaro, rappresenta “due emergenze: quella della violenza minorile e quella del femminicidio. Questo episodio esemplifica in maniera esplosiva quanto viene sintetizzato nel termine povertà educativa, coinvolge due giovanissimi e manifesta tragicamente l’idea di sopraffazione e violenza su una giovane donna” commentano Nelide Milano, Ilaria Puglia e Barbara Tafuri della Rete per la sicurezza minori e adolescenti.

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