NAPOLI (Diego Semola) – Tre partecipate, almeno nove poltrone. E, se câè bisogno, qualche posticino in qualche consiglio dâamministrazione giĂ formato. Eâ questo il piano finale di Luigi De Magistris, messo in campo dal sindaco per raggiungere tre obiettivi. Il primo, il piĂš urgente, è quello di garantirsi lâapprovazione del Bilancio che, salvo proroghe, dovrebbe essere votato in consiglio comunale entro la fine di maggio. Il secondo scopo, invece, è squisitamente politico-elettorale: dividere con il âmanuale Cencelliâ le aziende municipali per garantire ad Alessandra Clemente una coalizione piĂš competitiva alle Comunali. Lâultimo traguardo, il piĂš complicato da raggiungere, è quello di riuscire a sedersi al tavolo del centrosinistra.
Rivoluzione aziendale: Anm, Abc e Napoli Servizi
Il âpiano DeMaâ prevede una sorta di rivoluzione a 360 gradi in almeno tre grandi aziende partecipate. LâAnm, in questo momento in pieno piano concordatario di rientro e guidata dallâamministratore unico Nicola Pascale, avrĂ un consiglio dâamministrazione a tre. Unâoperazione che va di pari passo alla fusione annunciata e in via di sviluppo con la Napoli Hodling. A guidare lâazienda ci sarĂ , pare, Amedeo Manzo. Poi una poltrona assicurata in Cda allo stesso Pascale ed una donna a completare il managment. La stessa e identica operazione dovrebbe vedere la luce in Napoli Servizi e in Abc, la partecipata dellâacqua pubblica. Lâestromissione dellâormai ex amministratore Sergio DâAngelo (che intanto si è candidato a sindaco ed ha rotto con De Magistris e Clemente) è il primo passo. Per queste ultime due societĂ , però, non basterĂ una delibera di giunta. Il bilancio di Abc e Napoli Servizi, infatti, viene approvato ogni anno dal consiglio comunale. Un passaggio in assemblea è dunque un atto dovuto. Per lâazienda dellâacqua, infine, sembra al vaglio anche un cambio di statuto. La costituzione di un Cda a tre, infatti, dovrĂ essere accompagnato ad una revisione contabile, altrimenti i membri del consiglio dâamministrazione non percepiranno compensi. Non è escluso, infine, che anche il Cda di AsĂŹa, la societĂ della raccolta dei rifiuti, rientri in questa girandola di nomine e poltrone. Non è in discussione, però, la presidente Maria De Marco.
âManuale Cencelliâ, il ruolo di Pd e Fi
La prima urgenza per De Magistris è tenere unita la sua maggioranza. Câè bisogno di contrattare ogni singolo passaggio con le due anime di Dema, quella oggi legata alla Clemente e i dissidenti vicini allâex assessora Eleonora De Majo, che trovano il loro riferimento in consiglio comunale nel capogruppo arancione Rosario Andreozzi. Al tavolo delle trattative, poi, saranno seduti i consiglieri Vincenzo Solombrino, Luigi Zimbaldi, Anna Ulleto e il âfigliol prodigoâ Gabriele Mundo, rientrato di fatto in maggioranza. Sono i quattro che ad oggi forniscono meno garanzia sia per il Bilancio che per le prossime elezioni. Fitto il dialogo anche con il consigliere di Forza Italia Salvatore Guangi e con il caldoriano Mimmo Palmieri. De Magistris ha un debito politico nei loro confronti, i due hanno salvato la giunta garantendo lâapprovazione dellâultimo documento economico di Palazzo San Giacomo. E poi câè il Partito democratico. Sembra che i due consiglieri dem Aniello Esposito e Salvatore Madonna non resteranno a guardare. E anzi, il sindaco è molto interessato a trovare con loro unâintesa di massima sulla rivoluzione delle Partecipate prossima avvenire. I problemi però sono dietro lâangolo. Accontentare tutti è impossibile. CosĂŹ come la fattibilitĂ tecnica di queste operazioni non è cosĂŹ semplice. Fatto sta che lâex pm e i suoi fedelissimi si sono lanciati in questa nuova âavventuraâ sicuri di ottenere ottimi risultati. Le poltrone sono servite in tavola, vedremo chi saranno i commensali.