Nella notte tra mercoledì e ieri nel carcere di Poggioreale si è suicidato un giovane di 28 anni, originario della provincia di Napoli. Da quanto si apprende il ragazzo si è impiccato. Si tratta del quarto suicidio dall’inizio dell’anno a Poggioreale, l’11esimo in tutta la regione e l’81esimo in Italia. La casa di reclusione del capoluogo partenopeo, assieme a quella di Prato, è al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. “Il sistema penitenziario è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”, hanno commentato dal penitenziario partenopeo.
“Dall’inizio dell’anno ad oggi sono 1842 i tentativi di suicidio, 11503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni”. Da anni si parla della possibilità di ridurre il numero di suicidi all’interno degli istituti penitenziari. Stesso discorso per quanto riguarda gli appelli inoltrati da chi appartiene alle forze dell’ordine e presta servizio in carcere, chiedendo un maggiore dispiegamento di unità. Si tratta di appelli, che vengono sistematicamente ignorati, anche per questo motivo la situazione negli istituti penitenziari presenti sul territorio nazionale non migliora.