NAPOLI (Francesco Pari)- Continua l’estate nera delle carceri napoletane. Sovraffollamento, caldo, controlli impossibili, pochi agenti a disposizione, servizi sanitari carenti. E violenza. Ancora e ancora. L’ultimo episodio avvenuto nelle scorse ore è stato denunciato dai sindacati. Un detenuto albanese di 40 anni pretendeva di essere trasferito dal carcere di Poggioreale. All’ovvio diniego ha aggredito due ispettori della polizia penitenziaria. Secondo quanto denunciato dai sindacati ha tentato dapprima di strangolarli e poi con un punteruolo artigianale, ricavato da una forchetta di plastica, ha cercato di colpirli. “Per fortuna l’intervento dell’esiguo personale di turno presente si è scongiurato il peggio – ha spiegato commenta il segretario regionale Con.si.pe Campania Tommaso De Lia – Questi sono episodi gravissimi che devono indurci ad adottare seri e concreti provvedimenti. Da tempo chiediamo che i detenuti extracomunitari siano espulsi definitivamente dal nostro Paese”. Per il suo vice Luigi Castaldo “l’increscioso fenomeno delle aggressioni va gestito con un celere intervento del legislatore lanciando un messaggio chiaro e concreto per chi si rende autore di aggressioni violente ai danni del personale di Polizia Penitenziaria, ci si auspica provvedimenti esemplari e deterrenti che siano da monito. sarebbe auspicabile che lo Stato desse un segnale forte a questi atti, a dimostrazione che non ci si piega ad atteggiamenti violenti. Il Con.si.pe. esprime massima solidarietà al personale coinvolto in questa grave aggressione”. Il problema è che i segnali dallo Stato non arrivano, in alcun modo. Anzi, all’interno della maggioranza di governo il tema dei penitenziari è tra quelli che fanno continuamente litigare Lega e Forza Italia in particolare. Con il risultato che nulla cambia, nonostante i fiumi di parole spesi per denunciare quanto avviene nelle carceri italiane e in quelle del Mezzogiorno in particolare. Un esempio di fiumi di parole e di scontri nella destra? Eccolo: “Forza Italia ha lanciato anche una campagna sulle condizioni delle carceri? Non mi interessa fare polemiche. Ma fatico a comprendere a che cosa giovino queste iniziative. Questo ce lo può spiegare soltanto Antonio Tajani”, ha spiegato in una intervista al Corsera non più tardi di ieri il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo. E così viene meno anche la speranza. Non c’è alcun dibattito realmente aperto, non ci sono iniziative all’orizzonte, non si intravedono soluzioni possibili. Si sopravvive, in carcere. Non di più. Altro che rieducazione. E’ durissima per chi è recluso. E’ durissima per chi ci lavora. Un inferno che fa sanguinare sempre di più le ferite sociali, anzi che rimaginarle. A Napoli più che altrove.
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Detenuto tenta di strangolare due poliziotti a Poggioreale
Estate infernale nel penitenziario napoletano, un incubo senza fine