Di Gaetano e i legami con Luigi Fragnoli e Antonio Mezzero

A far emergere i rapporti fiduciari, intercettazioni e incontri monitorati dai carabinieri

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Giovanni Di Gaetano, Antonio Mezzero e Luigi Fragnoli
Giovanni Di Gaetano, Antonio Mezzero e Luigi Fragnoli

PIGNATARO MAGGIORE – Nel mosaico investigativo ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la figura di Giovanni Di Gaetano emerge come snodo rilevante di una rete di rapporti che, secondo l’accusa, lo proietta ben oltre il contesto malavitoso locale (dell’Agro caleno), fino a collegarlo ad ambienti criminali strutturati dell’area domiziana e del basso Volturno. Il lavoro dei carabinieri, secondo la Dda, ha tracciato in modo puntuale i rapporti stabili e consapevoli intrattenuti da Di Gaetano con Luigi Fragnoli, indicato come appartenente all’omonimo clan di Mondragone, e con Antonio Mezzero, esponente di spicco del clan dei Casalesi, attivo nell’area di Grazzanise e più recentemente nel sammaritano.

Non si tratta, per gli inquirenti, di contatti occasionali, ma di frequentazioni ripetute, documentate attraverso intercettazioni ambientali, captazioni telefoniche e servizi di osservazione.

Le intercettazioni ambientali effettuate all’interno dell’abitazione di Di Gaetano, a Pastorano, restituiscono il quadro di un rapporto diretto e fiduciario con Fragnoli. È lo stesso decreto a sottolineare come l’esponente del clan di Mondragone si rechi più volte personalmente da Di Gaetano, discutendo di questioni operative e dimostrando una confidenza che, secondo la Dda, è indicativa di una relazione criminale già consolidata.

I dialoghi intercettati, sostiene l’accusa, mostrano Fragnoli aggiornare Di Gaetano su movimenti sul territorio, controlli delle forze dell’ordine e possibili ‘problemi’ legati alla presenza di pattuglie, offrendo una lettura che la Procura definisce tipica di chi opera con metodo mafioso, orientando le condotte sulla base del controllo del territorio.

Accanto a Fragnoli, la figura di Antonio Mezzero assume rilievo per la continuità dei contatti con Di Gaetano. Gli investigatori documentano numerosi spostamenti, incontri e visite reciproche, anche presso abitazioni private, con conversazioni che spaziano da questioni personali a temi di natura economica. Particolarmente significativa, per l’accusa, è la ricostruzione di una relazione improntata alla fiducia, testimoniata da frequenti visite di Di Gaetano presso l’abitazione di Mezzero a Santa Maria Capua Vetere e da scambi di informazioni che, secondo la Dda, vanno letti nel contesto più ampio dell’attività criminale contestata.

Per la Procura, i rapporti tra Di Gaetano, Fragnoli e Mezzero (questi ultimi estranei all’inchiesta sull’estorsione alla gioielleria) si inseriscono in una rete di collegamenti con esponenti di altri gruppi criminali organizzati, rafforzando l’ipotesi dell’operatività in un contesto mafioso e dell’aggravante del metodo.

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