Di Maio: “Reddito di cittadinanza e flat tax sono emergenze sociali”

Il vicepremier pentastellato affronta in un'intervista i temi cari al M5S. "La Tav è nel contratto di governo", ha detto

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio

ROMA –  “Deve essere chiaro che reddito di cittadinanza e flat tax insieme alla abolizione della legge Fornero sono emergenze sociali. Si devono realizzare“, lo ha detto Luigi Di Maio in un’intervista al Corriere della Sera in cui il leader M5S ha fatto il punto sui suoi primi 45 giorni al governo.

Il ministro del Lavoro, dopo aver appoggiato le recenti dichiarazioni di Grillo e Casaleggio circa il ruolo parlamentare, dai due fortemente sminuito, ritorna sul tema della democrazia diretta. “Nel contratto di governo sono previsti la riduzione drastica del numero dei parlamentari (solo 400 deputati e 200 senatori) e i referendum popolari senza quorum. Obiettivi che realizzeremo“, ha chiarito Di Maio. Il referendum sull’euro, però, “non è nel contratto: questo governo non lo porterà avanti“.

“Salvini? Insieme lavoriamo bene”

Ribaditi i punti cardine del programma politico M5S, Di Maio si dice soddisfatto del sodalizio con Matteo Salvini. “In 45 giorni abbiamo tagliato i vitalizi, rottamato l’Air Force Renzi, approntato il dl Dignità, messo mano ai centri per l’impiego: siamo stati protagonisti con le nostre battaglie e con la Lega stiamo lavorando bene insieme

Tav e Tap sono due cose distinte”

Sullo spinoso argomento della Tav, tema storicamente pentastellato, e quello della Tap, il leader del M5S sottolinea che “si tratta di opere non in correlazione“.
La Tav“, spiega Di Maio, “è nel contratto di governo e c’è scritto che va ridiscussa e il ministro Toninelli a breve incontrerà il suo omologo francese proprio per ripensare un progetto ideato 30 anni fa e non ci sono penali in caso di revisione. Mentre sul Tap, bisogna ascoltare le comunità

Di Maio frena sull’Ilva

Il vicepremier si sofferma a rassicurare i suoi elettori. “Tutta la nostra linea rispetta ciò che abbiamo promesso in campagna elettorale“, ricorda Di Maio. Per quanto riguarda l’Ilva, Di Maio ci va cauto, perché “l’Anac ha riscontrato diverse criticità nella gara di affidamento e noi vogliamo verificare tutto. Il piano ambientale-occupazionale non è soddisfacente. Ci vorrà tempo, ma vogliamo accertare la verità e agire nella legalità“, sostiene.

Nomine Rai: “no ai raccomandati, largo alla meritocrazia”

Per quanto riguarda le nomine in Rai, Di Maio respinge l’accusa che si sia trattato di una spartizione delle poltrone. “Se qualcuno riesce a dimostrare che ho incontrato Salini o Foa prima degli ultimi 15 giorni, allora lei ha ragione. Ma non è così. Noi abbiamo scelto in base alle competenze. Diciamo no ai raccomandati nella Rai e nella pubblica amministrazione e largo alla meritocrazia. Quanto a Palermo di Cdp si è meritato la nomina per quanto ha fatto in Cdp, per le sue capacità. Ma come si fa a dire che sono persone mie o di Salvini?“. “Lo ripeto“, conclude Di Maio, “abbiamo solo premiato le capacità per il bene del Paese“.

La stoccata a Renzi

Inevitabile il riferimento all’ex leader del Pd. “Con la rottamazione dell’Air Force Renzi oltre a un risparmio di 108 milioni abbiamo dimostrato una cosa da ribadire a tutti: se un politico vi dice che una cosa non si può fare come in questo caso, non fatevelo dire. Si stava aspettando di realizzare un appartamento privato sull’aereo con tanto di doccia presidenziale. E Renzi lo sa e non ha usato l’aereo solo perché ho denunciato questa vergogna in tv“, ha detto Di Maio.

Il caso Foa

Luigi Di Maio continua a difendere il giornalista Marcello Foa, proposto alla presidenza della Rai, ma contro il quale le polemiche non accennano a placarsi. Foa è infatti accusato di avere posizione troppo apertamente schierate (su tutte quelle pro Putin), e di essere diffusore di fake news.

Il ministro del Lavoro aveva già detto che Foa è “un giornalista con la schiena dritta che ha sempre fatto il suo mestiere con grande onestà intellettuale“. Di Maio torna a difendere la candidatura di Foa, andando anche oltre un tweet che il giornalista lanciò contro Mattarella (verso il quale parlò di “disgusto“, parola che gli costò molte critiche). “In quel determinato contesto ci sono stati atti nati sulla spinta di un’onda emotiva. Anche io ero molto arrabbiato, poi ho cambiato idea ed è nato il governo Conte“, ha detto Di Maio.

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