Di Maio contro Confindustria: sul decreto dignità fanno terrorismo psicologico

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio: “Dicono che ci saranno meno posti di lavoro, ma sono gli stessi che gridavano alla catastrofe se avesse vinto il no al referendum; poi sappiamo com’è finita”.

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio

ROMA – Scontro sul decreto dignità tra il vicepremier Luigi Di Maio e Confindustria: “Dicono che ci saranno meno posti di lavoro. Ma sono gli stessi che gridavano alla catastrofe se avesse vinto il no al Referendum, poi sappiamo come è finita. Sappiamo come finirà anche in questo caso”.

Le accuse di Confindustria sul decreto dignità

Le accuse si leggono nella relazione preparata da Confindustria per l’audizione di oggi in Commissione Lavoro alla Camera: “Il provvedimento rende più difficoltoso il ricorso ai contratti a termine e alla somministrazione”. La relazione ricorda anche che “viene aumentato il termine (da 120 a 180 giorni) entro i quali è possibile impugnare il contratto a termine”. “Vengono poi estesi i limiti (di durata e di disciplina) previsti per il contratto a tempo determinato ai contratti di lavoro a termine che le agenzie per il lavoro stipuleranno con i singoli lavoratori da inviare in missione presso le imprese utilizzatrici”.

Di Maio: terrorismo psicologico

Il vicepremier Di Maio ci va giù duro: “Non possiamo più fidarci di chi cerca di fare terrorismo psicologico per impedirci di cambiare. Il decreto dignità combatte il precariato per permettere agli italiani, soprattutto ai più giovani, di iniziare a programmare un futuro. Cioè permette di creare quelle condizioni che sono la base per fare impresa, per rilanciare i consumi e per creare un circolo virtuoso. Dopo anni di precariato e di leggi che hanno massacrato i lavoratori, è ormai evidente che queste politiche non hanno aiutato nessuno. Né i lavoratori, né gli imprenditori. Sono convinto che gli effetti del decreto dignità porteranno anche Confindustria a questa conclusione”.

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