Di Maio contro De Benedetti per i 15mila euro al Pd e la (finta) libertà di stampa invocata dal vicepremier

Il vicepremier che mortifica la libertà di stampa ora parla di conflitto d'interessi

Foto Valerio Portelli / LaPresse Nella Foto: Luigi Di Maio

ROMA – Il vicepremier Luigi Di Maio, finto paladino della libertà di stampa, attacca Carlo De Benedetti, editore del gruppo L’Espresso, per aver presumibilmente versato 15mila euro nelle casse del Partito Democratico come donazione. Un fatto che, se appurato, sarebbe grave almeno quanto voler abolire il sostegno pubblico all’editoria, consegnando il dominio assoluto dell’informazione alla discrezionalità di ‘potentati’ come quello del gruppo editoriale sopracitato.

L’attacco social

“Alcuni organi di stampa riferiscono che il tesoriere del ‘nuovo’ Pd, Zanda, lo stesso che ha avuto il coraggio di proporre un aumento degli stipendi parlamentari recentemente avrebbe ricevuto una donazione di 15mila euro dall’editore De Benedetti – ha scritto su fb Di Maio –. Non so se sia vero o meno, ma ci auguriamo tutti una smentita nelle prossime ore, perché sarebbe grave che l’editore di uno dei principali quotidiani del Paese, e non solo, finanzi un alto dirigente di un partito politico, in questo caso il Pd. E poi vengono a parlarci di libertà di stampa?”.

La confusione del vicepremier

E’ evidente che Di Maio non sa di cosa parla quando fa riferimento alla libertà di stampa che non riguarda solo il caso eclatante di Radio Radicale. La riforma tanto amata dai pentastellati, allergici all’informazione libera, che prevede l’eliminazione del sostegno pubblico all’editoria giova ai De Benedetti di tutta Italia, perché punta ad eliminare le testate ‘minori’, quelle locali, quelle che raccontano i fatti senza posizioni aprioristiche dettate dall’interesse personale. Ma Di Maio finge di non capirlo.

La ‘minaccia’

Il vicepremier fa la voce grossa e ‘minaccia’: “Dai tempi di Berlusconi ad oggi nulla è cambiato, ma ora ci pensiamo noi a dare una sterzata – ha annunciato sempre via social sperando di impensierire De Benedetti –. Quella che tanti temono: una bella legge sul conflitto di interessi. E’ nel contratto e la porteremo in aula! Così mettiamo un punto a questi intrecci tra partiti e uomini forti (Casaleggio non lo è? ndr) che si scambiano favori su tutto. Godetevi questo bel fine settimana di sole e avanti tutta!”.

Tra il dire e il fare…

C’è di mezzo la Lega che sul conflitto di interessi ha idee diverse da quelle dei grillini. Difficile che le ‘minacce’ di Di Maio impensieriscano De Benedetti che il potere lo maneggia da sempre. Ma il vicepremier è fatto così e ignorando il senso dell’arte nobile della politica si limita al solito ‘frinire’ grillino.

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