ROMA – “Qui non c’è in ballo il futuro dell’Italia, ma il futuro di tutta l’Europa. Questo non è il 2008, non è la crisi che abbiamo conosciuto più di dieci anni fa e non vi sono le stesse cause, per questo troviamo illogico adottare modelli o meccanismi con condizioni che oggi risultano anacronistiche. Qui siamo davanti a una pandemia globale e l’Ue deve riuscire a dare una risposta univoca, forte ed adeguata. Di fronte a una tale risposta anche i mercati risponderanno bene. Questo è il punto: comprendere che questa volta non ci sono scorciatoie, nessuno può farcela da solo, questa sfida si vince e si perde insieme e l’Europa davanti a sé ha una scelta molto chiara: reagire con compattezza e in tempi rapidi, oppure farsi trovare un’altra volta impreparata”. Lo dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista all’agenzia di stampa tedesca, Dpa. “Ho un ottimo rapporto con il ministro Maas, lo stimo ed è una persona di grande professionalità, questo per dirle che non si tratta di essere delusi o meno dal governo tedesco, la questione è capire che ora è assolutamente necessario remare tutti nella stessa direzione. Ne va del futuro dell’Europa stessa, che economicamente si troverà a competere con i colossi mondiali. Dobbiamo lavorare per rafforzare l’Ue, non per dividerla e sono sicuro che anche i tedeschi vogliano questo. Adesso bisogna però trovare un accordo che tuteli il futuro dell’Unione”.
Sulla situazione finanziaria
“L’Italia è un Paese che ha sempre onorato i suoi impegni e i suoi debiti. L’anno scorso abbiamo avuto la il rapporto deficit/Pil più basso dal 2007 (1,6%). È vero che abbiamo un importante debito pubblico, che però nasce oltre 20 anni fa. Sia il primo, sia il secondo Governo Conte sono stati virtuosi, evitando l’ulteriore crescita del debito ereditato. Inoltre, ci tengo a precisare che è interesse di tutti i Paesi Ue mantenere il buon funzionamento del mercato interno, di cui l’Italia, terza economia dell’Ue, è e sarà sempre un pilastro fondamentale”.
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Di Maio: “In ballo c’è il futuro dell’Ue, si vince e si perde insieme”
“Qui non c’è in ballo il futuro dell’Italia, ma il futuro di tutta l’Europa. Questo non è il 2008, non è la crisi che abbiamo conosciuto più di dieci anni fa e non vi sono le stesse cause, per questo troviamo illogico adottare modelli o meccanismi con condizioni che oggi risultano anacronistiche".