Governo, Di Maio e Salvini da Mattarella: “Siamo pronti a governare”

A oltre settanta giorni dal voto la giornata decisiva per il futuro della legislatura. La fumata bianca al Colle preludio alla composizione della squadra dei ministri

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

ROMA (Marco Maffongelli) – E’ tutto pronto per varare il nuovo Governo. Sarà Giuseppe Conte a guidare la prima legislatura giallo-verde della storia italiana. I colloqui tra i leader del Movimento 5 Stelle e Lega Nord, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno dato l’esito sperato. Anche se la fumata bianca ci sarà domani mattina, quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella darà ufficialmente l’incarico per la formazione del Governo a Conte, il nome proposto oggi dai due leader. Sia Di Maio che Salvini si sono detti pronti a lavorare per mettere in atto i punti del programma inseriti nel ‘contratto di governo’.

 

Rivivi le fasi dell’incontro al Quirinale di oggi pomeriggio

Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono pronti ad incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per comunicargli il nome del premier e ufficializzare la ‘nascita’ del Governo M5S-Lega. I due saranno ascoltati in momenti differenti. Prima il capo politico del Movimento 5 Stelle. Poi il leader del Carroccio.

Le dichiarazioni del Movimento 5 Stelle

E’ un Di Maio sorridente quello che entra nella sala stampa del Quirinale per riferire l’esito del colloquio con Mattarella.

“E’ un momento storico, abbiamo proposto il nome del candidato premier al presidente della Repubblica e siamo molto contenti. Abbiamo imposto il nostro metodo: prima i temi e poi i nomi. Le questioni degli italiani vengono prima di ogni cosa.

Il nostro vero leader è il programma elettorale. Nel ‘contratto di governo’ ci sono i 20 punti che abbiamo inserito nel programma. Interventi per aiutare i cittadini e meritocrazia. Abbiamo tanto da fare e tanto da realizzare. In questi ottanta giorni abbiamo lavorato giorno e notte per portare a casa questo risultato. Qualora Mattarella reputi giusto il nostro nome, sarà un Governo politico. A livello internazionale dico ‘fateci partire, poi criticate’. Non sarà un Governo fondato sui cambi di casacca.

E’ una grande occasione per l’Italia. Siamo pienamente soddisfatti del lavoro svolto. Dopo che il Presidente avrà fatto le sue valutazioni, spero si possa cominciare a lavorare. E’ valsa la pena prendere tempo e fare le riflessioni del caso. Adesso nasce la Terza Repubblica“.

Quindi Di Maio, seguito dalla delegazione pentastellata, ha lasciato la sala stampa, senza però pronunciare il nome del premier proposto a Mattarella.

Le dichiarazioni della Lega Nord

Un Matteo Salvini determinato commenta l’incontro con il Presidente Mattarella.

“Mi auguro che sia ultimo passaggio in questa stanza perché vogliamo metterci al lavoro. Abbiamo fatto il nome, abbiamo chiara la squadra e il progetto di Paese che porteremo avanti. Siamo vogliosi di partire e far crescere l’economia del Paese. Sono stupito da chi critica dall’estero. Il Governo di cui faremo parte vuole far crescere l’Italia, favorire il lavoro e renderlo più stabile. Vogliamo far tornare le aziende. Non è possibile che il 20% degli italiani usi psicofarmaci per mancanza di fiducia e prospettive.

Vogliamo lasciare ai nostri figli un Paese con meno tasse, meno burocrazia e più sicurezza. Vogliamo un Governo che, come proposto agli italiani, metta l’interesse nazionale al centro, rispettando tutti. Ma prima gli italiani. Vogliamo rispettare le normative e i vincoli, ma facendo crescere il Paese. Cinque anni fa il debito pubblico era inferiore di 300 miliardi di euro, le nostre politiche faranno crescere l’economia e ridurranno il debito. Aspettiamo le indicazioni del presidente della Repubblica e non vediamo l’ora di partire. Anche il voto in Valle d’Aosta ci dice che i cittadini hanno la speranza che la situazione cambi.

L’Italia merita molto. Credo invece che all’estero dovrebbero cambiare prospettiva perché non sarà un Governo remissivo. Abbiamo consegnato a Mattarella il destino nostro e del nostro Paese. Questa avventura che ci apprestiamo a vivere ha radici solide. Non guardiamo indietro ma avanti”.

Quindi la delegazione del Carroccio abbandona il Colle.

 

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