ROMA – L’assenza del ministro dell’Economia Giovanni Tria al vertice sulla manovra di ieri sera ha pesato come un macigno sulle spalle del governo giallo-verde, tanto che stamattina il vicepremier Luigi Di Maio si è affrettato a smentire le voci che vedrebbero il capo del Mef in bilico. “Smentisco categoricamente qualsiasi voce sulla volontà di far dimettere il ministro Tria”, ha detto il ministro Luigi Di Maio ospite di Radio 24. “Giovanni Tria sta facendo un grande lavoro e squadra che vince non si cambia: deve restare al ministero dell’Economia”.
Pensioni d’oro e pace fiscale
Il vicepremier pentastellato ha annunciato che a breve il taglio delle pensioni d’oro entrerà nella manovra: “la settimana prossima, passiamo dal 25% al 40% di tagli”. Sul punto il vicepremier Matteo Salvini si fa più cauto e fa sapere che “sui numeri si deciderà in Senato”. Non è di certo il solo punto che nelle ultime ore vede divise le due anime dell’esecutivo. D’altronde il ministro dell’Interno ha ammesso la possibilità di rivedere il contratto di governo con il M5S, accordo che dal settembre 2020 andrà ‘ri-tarato’.
Scontro sull’ecotassa
Le ragioni principali dello scontro tra Lega e M5S riguardano il sistema bonus-malus della ‘ecotassa’. Mentre Salvini si dice contrario alla misura che ha l’obiettivo di favorire le auto elettriche, ibride o a metano, i 5 Stelle difendono la norma. Nelle ultime ore Di Maio ha ridimensionato la posizione, rassicurando le famiglie. “Io non voglio mettere alcuna tassa sulle auto familiari di cui gli italiani hanno bisogno per spostarsi. Dopo il confronto con le aziende automobilistiche, con i lavoratori e i consumatori troveremo il modo per migliorare la norma, che non significa fare marcia indietro”. Poi ha spiegato la ratio della norma, che mira a ridurre le fonti inquinanti, e allontanato l’ipotesi divorzio con Salvini. “Se qualcuno pensa di far litigare il governo su questa norma si sbaglia, perché alla fine prevale il buon senso dall’una e dall’altra parte”, ha concluso Di Maio.