Diavoli della Bassa Modenese, parla il ‘bimbo zero’: “Mi sono inventato tutto”

MODENA – Una sorta di Bibbiano prima maniera quella scoppiata nel 1997, con storie di stupri e riti satanici. E’ quanto dichiarato da Davide Galliera 17 anni fa, oggi 30enne, ma che allora era solo un bambino. Le sue denunce di violenze e stupri subiti in famiglia avvalorate da testimonianze di altri bambini fecero scattare una maxi inchiesta con decine di arresti a Massa Finalese, nel Modenese. Le sue rivelazioni fecero eco tanto da costringere i servizi sociali a trovargli una nuova famiglia a cui affidarlo. E così anche per altri 16 bambini che avevano raccontato le medesime storie.

Le pressioni
Un bambino pressato dalla famiglia adottiva, psicologi e assistenti sociali affinché con un lavaggio del cervello dopo ore e ore di incontri nei setting terapeutici dicesse quanto necessario: l’aver subito tra le mura domestiche violenze e abusi sessuali, anche da parte dl fratello. Alla fine tra condanne e assoluzioni molti di essi finirono tutti in carcere, tra cui i genitori mai più usciti perché deceduti. Ma ora la verità.

La storia
E’ una triste storia quella del piccolo Davide. Nonostante fosse stato allontanato dalla famiglia, quando poteva ritornava a salutarli. “Ogni tanto però tornava da loro per qualche giorno”. Ma una volta trovò la mamma molto triste: cambiamento sottolineato anche da quella che poi sarebbe diventata la madre adottiva che finì per pressarlo con domande su presunti maltrattamenti: “Ha insistito tanto che alla fine le dissi di sì. Anche perché avevo paura di essere abbandonato, se non la avessi accontentata. Senza rendermi conto delle conseguenze di quello di quello che stavo facendo-  ha raccontato – Volevano sentirsi dire che mi maltrattavano – ha aggiunto – La psicologa e le assistenti sociali che mi seguivano iniziarono a martellarmi di domande. Ricordo diversi colloqui anche di 8 ore. Non smettevano finché non dicevo quello che volevano loro. Mi chiesero di dire dei nomi e io inventai dei nomi a caso, su un foglio. Per disperazione. Ho inventato che mio fratello aveva abusato di me, che c’erano delle persone che facevano dei riti satanici. Ma non c’era nulla di vero. Mi sono inventato tutto. Perché se dicevo che stavo bene non mi credeva nessuno. A forza di insistere ho detto quello che si volevano sentir dire”.

Le altre testimonianze
Ma perché anche altri bambini dichiararono le stesse violenze e abusi: “Vi assicuro che – ha spiegato Davide – dopo determinate domande un bambino dice quello che vuoi. Se a un bambino dici dieci volte che i genitori facevano cose brutte, alla fine lui dice, sì, facevano cose brutte”. E ha aggiunto: “Nelle loro menti si è ormai creato un falso ricordo. O perché è difficile raccontare la verità adesso, dopo tanti anni. Hai paura che se la possano prendere con te per tutte le bugie che hai detto. Anche io avevo paura di dire la verità. Siamo tutte vittime” ma ora “sono contento, rivedo i miei fratelli e non ero così felice da tanto tempo, da quando avevo 7 anni”.

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