CATANIA – Nessun accordo sulla redistribuzione dei 150 migranti a bordo della Diciotti, l’Ue ignora le richieste del governo pentaleghista: ormai è scontro aperto. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini mantiene il punto in barba agli attacchi delle forze di opposizione e avverte: “Visto che l’Italia paga abbondantemente l’Europa, se a Bruxelles fanno finta di non capire, vedremo di pagarla un po’ meno”.
Fumata nera dalla riunione degli sherpa
Ieri a Bruxelle i funzionari di dieci Paesi membri dell’Unione non hanno raggiunto nessun accordo, l’Italia non è riuscita a spuntarla sulla vicenda della Diciotti ritenuta, dagli altri partecipanti al tavolo, di secondaria importanza rispetto alla necessità di individuare soluzioni strutturali per le navi nel Mediterraneo. In pratica una sorta di ‘supercazzola’ dell’Ue all’Italia.
Opposizioni alla carica
La vicenda Diciotti sembra aver ringalluzzito le forze d’opposizione, fino a questo momento inconsistenti sul piano politico. Dopo che il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha ‘illuminato’ tutti dicendo che il pugno duro con l’Europa non porta a nulla, è la volta di Mara Carfagna, vicepresidente della Camera. “È giusto che uno Stato sovrano possa decidere a chi far varcare i propri confini e avanzi soluzioni per contrastare la clandestinità – dice – Ma non può prendere in ostaggio centinaia di esseri umani. È sbagliato alimentare una guerra tra poveri. Chi governa deve trovare strumenti per dare soluzioni anche agli italiani poveri, le due cose non possono essere messe in contrapposizione esasperando gli animi”. Parole che più che indicazioni politiche suonano come luoghi comuni.
Leu e la maestrina dalla penna rossa
Per Laura Boldrini sulla Diciotti è in corso un vero e proprio ricatto da parte del ‘dittatore’ Salvini. “Il ministro Salvini chiede un riscatto all’Europa – sostiene – Ma ricattare non è un metodo accettabile per uno Stato democratico. Anche i dittatori sono popolari. Il fatto che Salvini abbia seguito non implica che stia facendo la cosa giusta. Non per questo bisogna rinunciare a contrastare le sue affermazioni”.
Incontro con funzionari ministero
Oggi il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio incontrerà funzionari del ministero dell’Interno dopo la decisione di Salvini di non autorizzate lo sbarco nel Porto etneo. Intanto il ministro è pronto a incontrare martedì a Milano il primo ministro ungherese Viktor Orban.