MILANO – Oltre 440 mila clienti Volkswagen in Germania sono vicini al risarcimento per il caso Dieselgate. La casa automobilistica e l’Associazione federale dei consumatori (Vzbv) avvieranno “discussioni su un possibile confronto” con l’obiettivo di trovare una soluzione “pragmatica nell’interesse dei clienti”. Anche se i colloqui saranno “riservati” e si trovano ancora “in una fase molto precoce” si tratta di una svolta nel caso dei dati truccati sulle emissioni dei motori diesel che potrebbe aprire la strada ai primi risarcimenti. “Una buona notizia, per i tedeschi. L’Italia continua ad essere trattata” come “la Cenerentola d’Europa”, commenta l’Unione Nazionale Consumatori.
La decisione del tribunale
Il tribunale di Braunschweig, nella bassa Sassonia, aveva avviato a settembre il procedimento giudiziario. Nel corso del processo, arrivato ora alla Corte d’Appello, il giudice del tribunale tedesco aveva suggerito che le due parti, la Vzbv e Volkswagen, prendessero in considerazione un accordo. Una soluzione che lo stesso giudice riteneva “possibile”, ma “molto difficile”. Fino ad ora la casa automobilistica tedesca non ha mai praticato questa strada in Europa. Dichiarandosi colpevole – e patteggiando con le autorità un pagamento di 4,3 miliardi di dollari – soltanto negli Stati Uniti. In totale lo scandalo è costato finora la cifra monstre di oltre 30 miliardi alla casa di Wolsfsburg.
440mila risarcimenti
Volkswagen ha ammesso nel 2015 di aver utilizzato un software in grado di distorcere i risultati dei test di emissione. Nascondendo il livello reale di inquinamento con gli ossidi di azoto (NOx), che aumentano il rischio di malattie respiratorie e cardiovascolari. La casa automobilistica ha ammesso di aver installato questi software su 11 milioni di veicoli in tutto il mondo. Le auto equipaggiate con questi programmi sono così rimaste entro i limiti posti dalla legge sulle emissioni durante le prove di laboratorio. Ma hanno superato i limiti di 40 volte nella guida su strada.
Il caso Dieselgate
Gli sviluppi di Washington e Berlino sul caso Dieselgate fanno dire al presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, che “i consumatori tedeschi e americani godono di un trattamento privilegiato rispetto agli italiani”. Fino ad oggi, “c’è sempre stata una totale chiusura rispetto alle proposte dei consumatori”, sottolinea Dona, chiedendo che il “Mise torni alla carica” e convochi “nuovamente la Volkswagen per un nuovo tentativo di transazione”.
(LaPresse/di Francesca Conti)