MILANO (LaPresse) – Diritti televisivi, Serie A all’estero più cara di Francia e Germania. Il calcio italiano in tv come prodotto “da esportazione” non sta funzionando, nonostante ‘l’effetto Cristiano Ronaldo’. E’ quanto emerge da un articolo de Il Sole 24 Ore. Secondo cui “guardando alle vendite all’estero” del nostro campionato “viene da pensare a diritti televisivi strapagati e relativo flop (per chi li ha acquistati)”. Il quotidiano economico riporta i numeri e indici contenuti in uno studio Pwc. Che, se incrociati con dati di SportBusiness, società editrice in Uk esperta sul tema, evidenziano tutti i limiti nelle vendite dei diritti tv all’estero. Con una Img – intermediario Usa che si è aggiudicato i diritti tv internazionali a livello globale della Serie A per il 2018-21 – che dovrà accelerare se non vorrà rimetterci.
Certo, quella dei diritti del calcio in tv è materia spinosissima, sia in Italia, sia per la vendita all’estero, oggetto anche di un’istruttoria dell’Antitrust (I/814) – ricorda il Sole 24 Ore – la cui conclusione è stata estesa a fine aprile 2019 e che vede sul banco degli imputati MP&Silva, Img, B4 e BE4 Sarl accusate di intesa restrittiva della concorrenza per alterare l’esito delle gare per 2009, 2011 e 2014 relative alla vendita (da parte della Lega Serie A) dei diritti per l’estero. Insomma un cartello per allineare i prezzi in basso.
Diritti televisivi, Serie A all’estero più cara di Francia e Germania
Pwc ha presentato questo studio come memoria economica per MP&Silva. Risultato? I corrispettivi dei diritti tv, una volta normalizzati sulla base del numero di spettatori e del livello di qualità parametrato a quelli delle altre leghe, risultano persino più elevati rispetto a quanto incassato dalle leghe vicine. Si tratta di una memoria di parte, va considerato, ma con numeri e benchmark internazionali su cui vale soffermarsi. Il numero di spettatori nel periodo 2014-2017 – si legge nello studio – ha una audience media italiana (18%) inferiore a quella di Bundesliga (26%) e Liga spagnola (41%).
Sotto c’è solo la Ligue 1 francese (15%). La Premier League inglese non fa parte dell’analisi perché troppo ‘top’. Fra parametri qualitativi e quantitativi i grafici nello studio (con l’Italia all’1 come indice) mostrano però colonne più alte rispetto ai prezzi pagati altrove. In alcuni casi solo la Liga spagnola è superiore, ma in generale la Spagna risulta dallo studio sotto l’Italia quando si considerano spettatori e loro potere d’acquisto o sul versante qualità ‘normalizzato’ per unique broadcasting time (orari di trasmissione non sovrapponibili).
Per il 2018-2021 i diritti sono andati alla Img. Secondo Tv Sports Markets Rights Tracker, il totale delle vendite dell’intermediario ai broadcaster non supererebbe i 280 milioni nel 2018-2019. Si tratta del 16% in più rispetto alle vendite del 2017-2018 – conclude il Sole – ma ben sotto i 385 milioni di costo annuo (340 per i diritti; 13,6 per costi tecnici per la ricezione dei segnali delle partite; 12 per i diritti di trasmissione delle partite sui siti di betting, 8 per investimenti promozionali garantiti alla Lega e 12 per i diritti d’archivio dei club). A conti fatti, all’appello mancano 100 milioni.