Diritti umani, Amnesty denuncia la gestione repressiva dei migranti in Italia

Immediata la risposta di Matteo Salvini che difende il baluardo della Lega. Il decreto sicurezza, in realtà "erode i diritti dei delinquenti", sostiene il vicepremier

Foto Andrea Di Grazia/LaPresse

MILANO (LaPresse) – Razzismo, xenofobia e appello all’odio. Sgomberi forzati e discriminazione dei rom. Gestione repressiva del fenomeno migratorio. È un quadro sull’Italia che non lascia scamp quello delineato dal rapporto di Amnesty International ‘La situazione dei diritti umani nel mondo. Il 2018 e le prospettive per il 2019’, pubblicato in occasione del 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Dopo mesi di stallo politico e istituzionale, denuncia Amnesty per quanto riguarda l’Italia, “il nuovo governo insediatosi a giugno si è subito distinto per una gestione repressiva del fenomeno migratorio. Le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco in Italia di centinaia di persone salvate in mare. Infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo”.

Gestione migranti, la denuncia di Amnesty

Amnesty ricorda che il Parlamento, a novembre, “ha approvato un decreto legge fortemente voluto dal ministro dell’Interno. E contenente misure su immigrazione e sicurezza pubblica che erodono gravemente i diritti umani di richiedenti asilo e migranti. E avranno l’effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia. Esponendole così ad abusi e sfruttamento”.

La replica del vicepremier Salvini

Immediata la risposta del vicepremier Matteo Salvini che difende il baluardo della Lega. Il decreto sicurezza, in realtà “erode i diritti dei delinquenti”, sostiene che “l’Italia ha le porte spalancate e i porti aperti per quei pochi che scappano dalla guerra. Quelli che la guerra ce la portano in casa tornano da dove sono arrivati”.

Abolizione del permesso di soggiorno

Nel dettaglio la denuncia dell’ong riguarda soprattutto l’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Che in via temporanea verrà concesso solo a persone che rientrino in una ridotta casistica di situazioni. Il prolungamento del periodo di detenzione ai fini del rimpatrio nei Centri per i rimpatri, oltre alla creazione di una lista di cosiddetti ‘paesi di origine sicuri’ che, facilitando il rigetto delle domande di chi proviene da tali paesi, rischia di esporre queste persone a gravi violazioni dei diritti umani.

Inoltre, il decreto preclude l’accesso al sistema di accoglienza e integrazione Sprar ai richiedenti protezione internazionale. Che verranno poi alloggiati in grandi centri di accoglienza. Riducendone le possibilità di relazione con la comunità ospitante.

Razzismo, xenofobia e appello all’odio

Grazie all’aiuto dei suoi attivisti, Amnesty International Italia ha documentato il massiccio ricorso da parte di alcuni candidati e partiti politici a stereotipi e linguaggio razzista e xenofobo. Per veicolare sentimenti populisti, identitari nel corso della campagna elettorale. Durante le tre settimane prese in esame, più di un messaggio offensivo, razzista o discriminatorio all’ora è stato postato da alcuni candidati e moltiplicato dalla rete.

Il comunicato delle Nazioni Unite

Nel loro comunicato di novembre, i relatori speciali delle Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione in merito alla retorica razzista e xenofoba di alcuni politici in campagna elettorale. Che, secondo i relatori, incita all’odio e alla discriminazione e che sta alimentando un clima di crescente intolleranza, razzismo, e xenofobia nei confronti delle minoranze e di rifugiati e migranti. Questo clima, secondo gli esperti Onu, non può essere separato dall’aumento dei crimini d’odio.

Sgomberi forzati e discriminazione dei rom

Gli sgomberi forzati sono continuati, colpendo soprattutto famiglie rom e gruppi di rifugiati e migranti. Senza l’offerta di alternative abitative adeguate da parte delle autorità. In luglio, Amnesty International ha espresso preoccupazione per lo sgombero forzato di Camping River, a Roma, da parte delle autorità locali supportate dal ministro dell’Interno.

La demolizione di Camping River

La demolizione di Camping River ha lasciato decine di famiglie senza un tetto, nonostante la Corte europea dei diritti umani avesse temporaneamente bloccato l’operazione. In attesa di conoscere a quali alternative abitative i rom residenti nel campo avessero accesso.

La linea dura dettata dal nuovo esecutivo sugli sgomberi, che si evince da una circolare ai prefetti diffusa in settembre e da alcune delle norme del decreto sicurezza, rischia di fare aumentare nel 2019 il numero di persone e famiglie lasciate senza tetto e senza sistemazioni alternative. Inoltre, a Roma e in altre città, migliaia di rom continuano a vivere segregati in campi monoetnici in condizioni abitative discriminatorie e inadeguate.

Armi e diritti umani

Nel corso del 2018 è proseguita la fornitura di armi a paesi in guerra come Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, attivi nel conflitto in Yemen. Tali esportazioni violano la Legge 185/90 e il Trattato internazionale sul commercio delle armi ratificato dall’Italia nel 2014.

Amnesty International, in coalizione con altre organizzazioni non governative e associazioni nazionali, ha continuato a chiedere che il governo italiano si adoperi per un immediato cessate il fuoco in Yemen. E per imporre un embargo sulle armi verso tutti i paesi appartenenti alla coalizione a guida saudita coinvolti nel conflitto. Le associazioni hanno poi avviato un’interlocuzione con tutti i gruppi politici. Svolgendo incontri e audizioni parlamentari.

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