ROMA – Fallisce la mediazione di D’Incà con i 5S sul Dl aiuti: si cercava almeno l’ok al testo pur non raggiungendo la fiducia. Ora si attende la prossima mossa dei senatori grillini: se alle 15 diranno sì alla fiducia, cosa alquanto improbabile, il governo andrà avanti, altrimenti sarà crisi, con la parola che passerà a Sergio Mattarella dopo un incontro col premier che salirà al Colle.
Muro insormontabile
Vista la situazione con un muro grillino difficile da superare, il segretario del Pd, Enrico Letta ha spiegato di “non essere disposto a tirare avanti chicchessia. In Parlamento – ha detto – diremo che siamo disponibili a una continuazione di questo governo Draghi: se non ci saranno le condizioni, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani e noi saremo pronti a prepararci per questa campagna elettorale. Una maggioranza senza il M5s – ha poi aggiunto – a me sembra un’ipotesi totalmente improbabile. Dopodiché il Parlamento è sovrano, quindi ascolteremo tutti”
L’attacco di Di Maio agli ex
E il ministro degli Esteri ed ex pentastellato, Luigi di Maio, non ci sta: “I dirigenti M5S – ha accusato – stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale”.
La telefonata
Si sarebbero sentiti al telefono Mario Draghi e Giuseppe Conte per fare il punto di una situazione che appare oramai senza via di uscita: “Senza un appoggio chiaro – avrebbe detto il premier – l’esperienza del governo è da considerarsi finita”. Con la situazione attuale affermano Salvini e Letta “qualsiasi strappo segnerebbe la fine dell’esperienza a Palazzo Chigi. E si andrebbe dritti verso nuove elezioni”. E Giorgia Meloni ha aggiunto: “Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito”.