ROMA – Rottamazione delle cartelle anche a livello locale, fondo per la prima casa per i giovani, privatizzazione degli più immobili più estesa. E’ quanto emerge dalla bozza sul Dl Crescita circolata nelle ultime ore di discussione tra i tecnici dei ministeri, in vista dell’approdo in Consiglio dei ministri per giovedì. Sembra che il testo non sia ancora quello definitivo, tanto che alcuni esponenti pentastellati avrebbero sottolineato che devono essere inserite altre norme. Vediamo, intanto, quel che è noto finora.
Non ci sono i rimborsi per banche fallite
Nella bozza visionata da LaPresse scompare l’articolo 35 in cui dovevano confluire le norme destinate ai rimborsi per i risparmiatori delle banche. Come è noto, il ministro dell’Economia sta dialogando con la Commissione europea, per varare le linee guida di rimborso senza violare la normativa comunitaria. Inizialmente si era immaginato di inserirle in questo decreto, il primo utile, ma a quanto pare ciò non è stato possibile. Probabilmente, quindi, si potrebbe arrivare ad un decreto ad hoc.
100 milioni per il fondo sulla prima casa
Incerto l’ammontare del rifinanziamento per il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. Nelle prime bozze lo stanziamento previsto era di 200 milioni, ora si potrebbe scendere a 100milioni.
Il fondo concede garanzie, a prima richiesta, nella misura massima del 50% della quota capitale di mutui ipotecari di importo non superiore a 250 mila euro, per l’acquisto, o l’acquisto con ristrutturazione per l’efficienza energetica, di unità immobiliari non di lusso, da adibire ad abitazione principale. A fronte di un garantito in essere di 4,5 miliardi, si legge nella relazione, senza rifinanziamento, le risorse del Fondo “si esauriranno entro i prossimi due mesi”.
Rottamazione possibile per Comuni e Regioni
L’art. 14bis della bozza prevede di allargare la rottamazione delle cartelle esattoriali estesa anche a Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni. “I medesimi enti territoriali possono stabilire, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con le forme previste dalla legislazione vigente per l’adozione dei propri atti destinati a disciplinare le entrate stesse, l’esclusione delle sanzioni relative alla predette entrate”, si legge al primo comma dell’art.14bis.
Dimissioni di proprietà di enti locali
Con l’art. 25 il piano di dismissioni immobiliari viene esteso agli enti territoriali con l’obiettivo di “ampliare” e “rafforzare” il piano di cessione di immobili pubblici previsto dal Governo, che deve raggiungere specifici target di finanza pubblica. Nella relazione si ricorda che oltre l’80% di tali beni risulta proprio di proprietà degli enti locali.
(LaPresse/ di Matteo Bosco Bortolaso)