Dl Crescita, ok della Camera ma Lega e M5S continuano a litigare. Opposizioni all’attacco

Salva Roma, Ex Ilva, Mercatone Uno e Banca Carige sono alcune delle misure previste. Durissime critiche dalle forze di destra e di sinistra, Pittella (Pd): "E' il provvedimento più antimeridionale della storia della Repubblica"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Tra polemiche e tensioni, il dl Crescita ha ottenuto la fiducia alla Camera, l’approvazione definitiva, dopo il passaggio in Senato, è prevista per il 29 giugno. Scontri e polemiche in aula interne ed esterne alla maggioranza di governo.

Le frizioni gialloverdi

Come d’abitudine tra Lega e Movimento 5 Stelle non sono mancate frizioni. Posizioni diverse sono state espresse su diverse misure evidenziando, laddove ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia fragile e in difficoltà la squadra di governo. La Lega ha votato con le forze di opposizione in favore dello stanziamento di 3 milioni di euro per la sopravvivenza, almeno momentanea, di Radio Radicale. Il M5S ha avuto da ridire quando è andato in scena il tentativo di spostare risorse destinate al Mezzogiorno dal ministero per il Sud alle Regioni. Dopo le polemiche la norma è stata cancellata. Scontro aperto anche sull’ex Ilva di Taranto.

Misure previste

Il testo prevede: la proroga di sei mesi della garanzia dello Stato sulle passività di Banca Carige con uno stanziamento di miliardi di euro; l’estensione del bonus per l’acquisto di veicoli elettrici; la stretta sugli affitti abusivi delle case vacanza; il taglio strutturale dei contributi Inail dal 2023. E ancora il Salva Roma con lo stanziamento da parte dello Stato di 1,4 miliardi di euro e l’astensione dell’accesso al fondo per il credito anche alle imprese in concordato preventivo, come Mercatone Uno e l’erogazione di indennizzi ai risparmiatori degli istituti di credito falliti. All’interno del dl Crescita trovano spazio anche la modifica dell’immunità penale per l’ex Ilva, il fondo salva opere pubbliche, lo scivolo per le pensioni si 5 anni e il bonus per i veicoli elettrici.

Pd pronto alle barricate

Dal Partito Democratico la levata di scudi in difesa del Mezzogiorno e l’attacco a Lega e 5 Stelle. “L’inserimento di un emendamento che trasferisce il Fondo di Coesione dal ministero per il Sud alle regioni – ha detto il senatore dem Gianni Pittellaaffidando di fatto una quota dei fondi già insufficienti per ridurre il divario del Paese, anche alle regioni del nord, testimonia il totale disprezzo della Lega nei confronti della parte più debole del Paese. Ciò che per qualche misura è ancora più imbarazzante è l’inconsistenza dei 5 Stelle che si apprestano al provvedimento più antimeridionale della storia della Repubblica. Contro tutto questo il PD sarà sulle barricate”.

Critici i meloniani

Fratelli d’Italia accusa i gialloverdi di aver imboccato la stessa strada del governo precedente di centrosinistra nel contrasto, presunto, all’evasione fiscale. “Se per la lotta alla evasione si continua a tartassare chi vende il panino con la mortadella, i veri evasori, quelli che con un clic spostano miliardi, potranno dormire sonni tranquilli – hanno attaccato congiuntamente Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia e Lino Ricchiuti, presidente nazionale del Popolo Partite Iva –. Grazie a questo decreto Crescita siamo passati dalla ‘decrescita felice’ di Casaleggio alla ‘crescita impossibile’ di Di Maio e Salvini”.

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