La firma del Presidente della Repubblica in calce al decreto legge n. 162 del 31 ottobre 2022, ma per tutti ormai noto come ‘dl rave’, arriva poco prima delle 18, scrivendo la parola ‘fine’ sulle questioni sollevate dal primo decreto del governo Meloni ad essere convertito in legge. Tre ore prima l’Aula di Montecitorio aveva votato il documento, approvandolo con 183 voti a favore e 116 contrari. Uno l’astenuto. Ma al di là dell’esito del voto, a fare discutere è l’iter attraverso il quale la Camera è arrivata ad esso e che, come era immaginabile, ha sollevato forti polemiche da parte delle opposizioni.
La presidenza è dovuta ricorrere infatti alla cosiddetta ‘ghigliottina’, quella prerogativa cioè che consente di stoppare il dibattito ponendo immediatamente in votazione un dl scongiurandone la decadenza. A venire cancellati sono stati un’ottantina di interventi della minoranza, ai quali se ne sarebbero dovuti aggiungere altri 38 della maggioranza, annunciati da qualcuno in Aula, ma mai comunicati ufficialmente all’Ufficio di presidenza. Soltanto una volta il presidente della Camera si era visto ‘costretto’ ad applicare la ‘ghigliottina’. E’ accaduto il 29 gennaio 2014, quando l’allora presidente di Montecitorio, Laura Boldrini, mise ai voti il decreto Imu-Bankitalia 4 ore prima che questo decadesse.
La decisione innescò un’animata reazione dei deputati del Movimento 5 stelle che salirono sui banchi del governo, esibendo striscioni e scandendo slogan all’indirizzo della maggioranza. Reazione in verità assai più timida quella delle opposizioni oggi, con i deputati – di tutti gli schieramenti – che dopo avere alzato il tono per pochi istanti, subito dopo si sono affrettati ad abbandonare il transatlantico. Molti di loro con trolley al seguito.
“Che un governo appena insediato con ampi numeri scelga di utilizzare la tagliola per approvare un decreto che altrimenti non sarebbe riuscito ad approvare perché è arrivato colpevolmente in ritardo, oltre perché è un decreto pasticciato, è un segnale di debolezza e anche un segnale grave rispetto al Parlamento”, ha detto il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, lasciando l’aula. Alle sue parole fanno eco quelle del presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: “Purtroppo adesso – ha detto – con questo ultimo strumento della tagliola la compressione per quanto riguarda la possibilità dell’opposizione di svolgere il suo ruolo è stata ulteriormente confermata. Ci ritroviamo con una mortificazione del ruolo dell’opposizione”.
Comprensibilmente soddisfatto il centrodestra. “La maggioranza ha deciso di perseguire chi spaccia droga nei rave party e porre restrizioni per i mafiosi. Chi è favorevole a questa posizione vota a favore chi è contrario si oppone. Ma quel che è certo è che questa sera avremo una legge che colpisce spacciatori e mafiosi”, ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti.
Anche da Forza Italia si leva un plauso verso l’approvazione, con la deputata Chiara Tenerini: “Considero di grande importanza aver ribadito, attraverso un provvedimento da molti considerato controverso, l’importanza del rispetto delle regole in una società civile. Spero che da questo provvedimento si parta per giungere ad una riforma organica e coerente della giustizia”. Ma cosa prevede, più nel dettaglio, la nuova legge? Il documento, all’articolo 633-bis del Codice Penale prevede il nuovo delitto di “Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica”.
Un reato che prevede adesso la reclusione da 3 a 6 anni e la multa da 1.000 a 10.000 euro per chiunque organizzi o promuova l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, allo scopo di dar vita ad un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento. Altro capitolo riguarda il personale sanitario no vax che adesso sarà reintegrato al lavoro, e vedrà sospesa fino al 30 giugno 2023 la multa di 100 euro precedentemente comminata. Diminuiscono poi i tempi di quarantena e isolamento fiduciario, così come non sarà più necessario effettuare un tampone per il ritorno alla vita quotidiana concluso il periodo di “auto-sorveglianza”.
Quindi il decreto interviene sul tema dell’accesso ai benefici penitenziari, e alla liberazione condizionale, da parte di detenuti condannati per specifici reati gravi, e ritenuti tali da non consentire il godimento di benefici in assenza di una collaborazione con la giustizia. Prevista infine l’applicazione di benefici penitenziari anche ai condannati per reati contro la Pubblica amministrazione come concussione, corruzione e peculato, anche se non hanno collaborato con la giustizia.(LaPresse)