Dl semplificazioni, via libera dal Cdm: intesa sui subappalti al 50%

Foto LaPresse / Palazzo Chigi / Filippo Attili

ROMA – Alla fine il punto di caduta è la cancellazione del massimo ribasso per gli appalti e l’innalzamento al 50% della soglia per i subappalti con garanzie ad hoc per la tutela dei lavoratori: è la formula approvata dal governo per il via libera di tutte le forze di maggioranza al decreto sulle semplificazioni e la governance del Pnrr che raccoglie le richieste dei sindacati, incontrati ieri a palazzo Chigi.

“E’ un ottimo punto di equilibrio”, commenta al termine della riunione il ministro del Lavoro Andrea Orlando, “che tiene insieme l’esigenza profonda di rendere più rapida la pubblica amministrazione senza però sacrificare diritti fondamentali come quello ad avere un ambiente sano, la legalità , la difesa del lavoro. Sul subappalto in particolare – spiega – è stato difeso il diritto e con strumenti migliori rispetto a quello che esistevano qualche minuto fa”.

La norma su cui i tecnici sono stati al lavoro fino a oggi pomeriggio prevede che fino al 31 ottobre il contratto non possa essere ceduto né può essere affidata a terzi l’integrale o prevalente esecuzione delle prestazioni e che il subappaltatore debba garantire gli stessi standard qualitativi e prestazionali previsti nel contratto di appalto, con un trattamento economico e normativo non inferiore a quello che avrebbe garantito il contraente principale.

Accolte in parte anche le richieste sulle stazioni appaltanti

Ci sono criteri per la loro riduzione, assicura Orlando, dopo che ieri Cgil Cisl e Uil avevano sottolineato l’assurdità di averne 39mila. Sul versante del Pnrr sparisce dalla governance la norma sull’assunzione di 350 tecnici, che sarà al centro di un decreto ad hoc atteso a metà della prossima settimana, mentre viene rafforzata la clausola di condizionalità per donne e giovani con l’indicazione dell’obbligo di assunzione di almeno il 30% nei contratti legati al Pnrr, e ulteriori premialità nell’assegnazione di bandi e contratti.

Cambierà il volto del nostro paese sulle pari opportunità per donne e giovani con obblighi di trasparenza e premialità nelle assunzioni. Da qui il Pnrr davvero parte”, festeggia la ministra Elena Bonetti che chiosa “Il metodo Draghi funziona”. Prende così corpo la guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, una struttura multilivello che coinvolge tutte le amministrazioni competenti, le parti sociali invitate a un tavolo di partenariato, con l’apice nella cabina di regia a palazzo Chigi presieduta dal premier Mario Draghi con i ministri di volta in volta competenti.

Una struttura su cui Iv e M5s fanno a gara a reclamare il merito, con i renziani che sottolineano “l’evidente discontinuità con la gestione di Conte”, rivendicando i frutti della “battaglia di IV affinché l’Italia non perdesse un’occasione”, mentre dal mondo pentastellato si sostiene che “il governo ha confermato l’impianto complessivo della governance del Conte bis e apprezziamo la continuità”.

Ma sulla governance c’è stata una difficile mediazione anche con gli enti locali che chiedevano maggior coinvolgimento in cabina di regia e più assunzioni, al centro di una riunione stamattina in cui si è spesa la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini. “Avranno un ruolo di primo piano nella decisiva fase di attuazione e implementazione”, assicura a decreto approvato.

Nel testo trova spazio anche la norma sul ‘green pass’, in attesa di quello europeo: si appoggerà all’infrastruttura della Tessera sanitaria, gestita da Sogei, con la richiesta online tramite lo Spid, la Carta d’Identità Elettronica o la Tessera Sanitaria e una verifica con un sms inviato all’utente.(LaPresse)

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