MILANO– “Da una parte c’è il Paese aggressore, dall’altra il Paese aggredito. Al primo inviamo soldi ogni giorno per l’acquisto del 40% di gas che ci serve. Al secondo mandiamo armi per resistere all’offensiva alimentata coi soldi che diamo alla Russia”. Lo dichiara Gianluigi Paragone, leader di Italexit. “Se fosse coerente, il Governo – aggiunge – dovrebbe interrompere l’acquisto del gas russo: ma non può, perché in questi decenni noi, la Germania, l’Europa abbiamo fatto affari con Putin. Il Governo vuole la pace? Allora l’unico modo è insistere con un tavolo di mediazione che escluda l’invio di armi, invio che la maggioranza degli italiani respinge. Un vero tavolo di trattativa che escluda la possibilità di rovesciare un presidente che ancora gode del massimo consenso nel suo Paese. La mediazione porterà alla pace possibile, non alla Pace assoluta, e in questa Pace possibile Putin non potrà uscire come uno sconfitto. Se non si vuole allargare la guerra in Europa, il decreto Ucraina non è la strada giusta. Non è dando armi all’Ucraina o accelerando sull’esercito comune europeo che arriveremo alla Pace possibile. Così si alimenta uno scontro che, se non si fermerà, costringerà i nostri figli a indossare un’uniforme e imbracciare quelle armi il cui traffico ingrassa il Pil mondiale”.
LaPresse
Dl Ucraina, Paragone: “E’ la strada sbagliata se Governo vuole la pace”
"Da una parte c'è il Paese aggressore, dall'altra il Paese aggredito. Al primo inviamo soldi ogni giorno per l'acquisto del 40% di gas che ci serve. Al secondo mandiamo armi per resistere all'offensiva alimentata coi soldi che diamo alla Russia".