ROMA (Alessandra Lemme) – Documenti top secret passati di mano in cambio di denaro. Gira attorno a una mazzetta da 5000 euro e documenti riservati forse trafugati dal data base dello Stato Maggiore di Difesa la spy story che coinvolge due ufficiali, un italiano finito in carcere e un russo, che ha evitato l’arresto solo grazie allo status di diplomatico. L’operazione accende il caso tra Roma e Mosca, con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che convoca l’ambasciatore russo Sergey Razov e notifica l’espulsione di due funzionari russi coinvolti nella vicenda che definisce senza mezzi termini “gravissima”. I fatti risalgono alla tarda serata di martedì: i carabinieri del Ros, sotto la direzione della procura della Repubblica di Roma, arrestano in flagranza di reato i due ufficiali. L’italiano di chiama Walter Biot, è capitano di Fregata della Marina militare, in servizio presso lo Stato maggiore della Difesa dove ha accesso a documenti riservatissimi che riguardano anche la Nato. L’ufficiale russo riceve i documenti e dà il denaro: il blitz dei militari del Ros scatta proprio nel momento dello scambio tra i due, che i reati contestati sono spionaggio e rivelazione del segreto. L’indagine era in piedi da tempo, sotto il coordinamento di Aisi (Agenzia informazioni sicurezza interna) e Stato Maggiore di Difesa. Ieri l’accelerazione, dopo che gli inquirenti hanno saputo dell’incontro tra i due, e la decisione di intervenire sul luogo dell’appuntamento, fissato di notte. La notizia scatena una caso diplomatico tra Italia e Russia, con il ministro Di Maio che convoca l’ambasciatore Razov “per trasmettere con forza la ferma protesta” e notificare l’espulsione dei due funzionari russi. Dopo l’incontro alla Farnesina, in cui il ministro Di Maio ha trasmesso “con forza la ferma protesta” e notificato l’espulsione dei due funzionari russi, arriva il commento dell’ambasciatore Razov che si dice “rammaricato” per l’espulsione dei due “proclamati persone non-grate” con “l’augurio che l’accaduto non si rifletta sui rapporti” tra i due Paesi. A stretto giro arriva la risposta di Mosca che annuncia “possibili passi” già allo studio, in risposta a una situazione definita “non adeguata al livello delle relazioni bilaterali”. Intanto proseguono le indagini, mentre Biot, in carcere a Regina Coeli comparirà domani davanti al magistrato per l’interrogatorio di convalida.
(LaPresse)