CASERTA – Terra di Lavoro e tutti gli uomini di buona volontà pronti a riabbracciare idealmente don Peppe Diana. Stamattina alle 7.30, nella parrocchia di San Nicola di Bari a Casal di Principe, il vescovo di Aversa Angelo Spinillo, accompagnato dal leader di Libera don Luigi Ciotti, officerà la funzione in ricordo del sacerdote vittima della camorra. Un gesto dalla forte portata simbolica: il luogo e l’orario sono gli stessi dell’ultima messa che don Diana avrebbe dovuto celebrare se non fosse caduto sotto i colpi dei suoi assassini. L’evento di maggior evidenza è la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in programma martedì. Al termine della messa di stamattina, gli scout e i componenti del Comitato Don Peppe Diana si recheranno al cimitero per deporre dei fiori sulla lapide. Alle 15, invece, nello spazio antistante il cimitero, gli scout del gruppo Agesci rinnoveranno la promessa insieme al nascente gruppo scout Casal di Principe 1 e al comitato nazionale. Un altro gruppo scout, il Masci Campania, ha organizzato per oggi una visita alle mostre permanenti, dalle 10 alle 13, presso la Casa Don Diana, polo didattico di attività educative innovative.
Domani le manifestazioni avranno come sede Teano. Il forum dei giovani, gli istituti scolastici e le associazioni locali si incontreranno sul tema “Radici di legalità” mentre martedì, in occasione della XXVIII giornata della memoria e dell’impegno che quest’anno Libera celebra a Milano, un gruppo di ragazzi del Comitato Don Peppe Diana, di Libera, dell’Agesci, delle parrocchie e delle associazioni locali partirà per il capoluogo lombardo.
Sempre martedì, presso la chiesa di San Michele Arcangelo a Casagiove, ci sarà l’incontro “In cammino per la legalità”, e presso il teatro Cimarosa di Aversa, il Comune e le scuole presentano il “Patto educativo” con un ricordo delle vittime innocenti di mafia. Nella stessa giornata saranno letti, in tutte le scuole della provincia di Caserta, alla stessa ora, i nomi delle vittime innocenti di mafia e saranno annunciati i vincitori del premio nazionale dedicato al giovane sacerdote. Il 24 marzo, infine, sarà presentato il libro “Tracce. Storie dei migranti in Campania 1970-2020” a cura del professor Francesco Dandolo.
Quel 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, don Giuseppe Diana fu assassinato a colpi di pistola nella sacrestia, mentre si accingeva a celebrare la messa. Tre giorni prima aveva rifiutato la celebrazione dei funerali in chiesa di un malavitoso. Il boss dei Casalesi Nunzio De Falco è stato condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio, mentre gli autori materiali (pure condannati) furono Giuseppe Quadrano, Mario Santoro e Francesco Piacenti.
Natale: “La sua morte fece partire la rivolta”
“Dalla morte di don Diana c’è stato un cambiamento evidente: 29 anni fa la città era sotto il dominio della criminalità organizzata che aveva ammazzato un mare di gente e continuava a farlo. I clan controllavano l’economia e anche la politica era influenzata dalla presenza criminale”. Lo dichiara il sindaco di Casal di Principe Renato Natale, che ricopriva lo stesso incarico anche all’epoca dell’omicidio. “Dopo 11 mesi di consiliatura – ricorda Natale – ci furono manovre per farmi decadere e si pensava anche alla mia eliminazione fisica. La magistratura ha fatto la sua parte, ma va segnalata anche la crescita della società civile. Basti pensare al movimento delle “lenzuola in piazza”, poi sono nate una serie di associazioni come il comitato Don Diana e Libera. Le organizzazioni criminali sono state sgominate, a Casale non c’è il loro dominio. Abbiamo invece tanti sodalizi, un nucleo di Protezione civile, la Croce rossa con molti iscritti, le varie Caritas, le associazioni di promozione sociale, la Pro loco: molte di queste realtà non c’erano 29 anni fa”.
Natale ricorda poi il consolidamento delle istituzioni: “La nostra amministrazione sta per raggiungere il secondo mandato, con 10 anni di stabilità amministrativa. Non dimentichiamo che dopo la morte di don Peppe ci furono tre scioglimenti dei Consigli per inquinamento da parte della criminalità organizzata”.
Certo, precisa il sindaco, oggi non va tutto bene: “Non possiamo stare tranquilli in poltrona, ma certamente ci sono condizioni di maggiore vantaggio rispetto a 29 anni fa. Questa città è stata costruita in modo anomalo, con abusivismo e quartieri degradati, e anche questa è la conseguenza di un dominio criminale che si era protratto per 40 anni”.
La morte di don Diana ha portato a un “momento di rivolta”. L’omicidio del sacerdote “scuote la gente e avvia un percorso importante che ci porta fino a oggi”. E l’arrivo a Casale del presidente della Repubblica è “una sorta di certificazione del percorso svolto non dall’amministrazione ma dall’intera comunità della quale il consiglio comunale è espressione”.
E quando gli si chiede se oggi ci siano uomini di Chiesa paragonabili a don Diana, Natale nota che “ad esempio e senza fare un torto a nessuno, ci sono figure importanti al rione Sanità a Napoli come anche don Maurizio Patriciello a Caivano, Da non dimenticare il vescovo emerito di Caserta Raffaele Nogaro che ha dato un notevole contributo di legalità, e naturalmente don Luigi Ciotti che sarà presente alla messa. Sono tutti un simbolo di questa lotta, persone che vogliono semplicemente fare i sacerdoti per la comunità e nel farlo si scontrano con chi vorrebbe tenerla in una situazione di vassallaggio”.
“Il suo sacrificio un seme che ha dato buoni frutti”
Il sacrificio di don Diana è diventato un seme che ha dato i suoi frutti. Lo nota il vescovo di Aversa Angelo Spinillo (nella foto), che oggi celebrerà la messa nella parrocchia di San Nicola. E il frutto è “la possibilità di rapporti nuovi, di un maggior coinvolgimento nella vita della comunità. C’è il desiderio di essere cittadini consapevoli e capaci di partecipare, protagonisti della storia. Purtroppo questo stato d’animo non c’è in tutti, ma tanti lo hanno maturato grazie al sacrificio di din Diana e hanno maturato questa speranza di essere protagonisti della vita sociale”.
Spinillo vede segnali di presa di coscienza “soprattutto nei più giovani che esprimono il desiderio di crescere in questa direzione”. Ieri sera il vescovo è stato a Casale dove si è formato il primo gruppo scout “che si rifà proprio all’esperienza di don Peppe”. Tuttavia, nota ancora il presule, “c’è ancora tanta indifferenza: si percepisce a volte una distanza da parte di certe fasce della popolazione, ma ogni frutto deve avere il tempo per poter maturare”.
Sull’eredità di don Diana fra gli uomini di Chiesa, il vescovo ricorda che “nessuno è copia dell’altro, ma si può affermare che c’è tanta vitalità e gli stessi sacerdoti che oggi sono impegnati a Casale, come in altre parti della diocesi, hanno intrapreso un percorso vissuto con costanza nel quotidiano”.
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