ROMA – Nonostante i continui litigi, le provocazioni, gli strappi e le crisi il governo gialloverde sta reggendo. Ma Lega e 5 Stelle somigliano ad una coppia di separati in casa. Le divisioni su temi e questioni contingentali, dalla Tav alla castrazione chimica, si sommano all’economia che non solo non gira, ma rischia di precipitare nei prossimi mesi. Di fondo la questione delle questioni, quella politica e del consenso, che vede il Movimento annaspare se non tonfare (le Regionali sono l’esempio principe) e la Lega veleggiare verso percentuali maggioritarie nel paese. Sono criticità latenti, sempre presenti, messe in stand-by in vista delle Europee ma pronte ad esplodere un minuto dopo la chiusura delle urne. Gli scenari ipotizzabili sono diversi e sostanzialmente tre. Allargamento della maggioranza, rimpasto di governo o voto.
Maggioranza allargata, la Lega strizza l’occhio a Fratelli d’Italia e spezzoni di Forza Italia
C’è una voce insistente, che parte dal lombardo-veneto ed arriva sino a Roma, che vuole il Carroccio al lavoro per allargare la maggioranza. Non Salvini in prima persona, ma diversi esponenti leghisti lavorano giorno notte per costruire una maggioranza nuova dopo le elezioni Europee. Tenere dentro FdI in quanto partito, raccattare i transfughi di Forza Italia che non credono più in Berlusconi tenendo dentro i pentastellati d’accordo con questo schema. In questo modo si andrebbe ad un rimpasto vantaggioso per tutti, il Paese avrebbe un governo e le sirene del centrodestra verrebbero ammutolite conservando però l’alleanza sui territori. Scenario complesso, mutevole e che potrebbe vedere il Movimento spaccato. Ma non del tutto inverosimile, soprattutto se alle Europee arriverà un’affermazione importante del Carroccio a trazione salviniana.
Il governo tira a campare
La seconda ipotesi è continuare con il governo gialloverde. Per farlo occorrerà, volente o nolente, un rimpasto. Se i sondaggi verranno rispettati almeno in parte, ovvero un calo sensibile dei 5 Stelle e un’affermazione nette della Lega alle Europee, gli equilibri politici ne risentiranno. Riesploderanno tutte le polemiche in seno al governo, con i leghisti in posizione egemone.
Dopo le Europee la strada per le Politiche
Il voto. L’extrema ratio sono le urne. Non è dato conoscere l’esito delle Europee né le reazioni post voto. Ma se quanto accaduto alle Regionali si riproporrà alle Europee, un voto nazionale, è evidente che la tenuta del governo né risentirà. Da un lato la Lega potrebbe andare all’incasso, sono tanti gli esponenti rimasti fuori con il 17% delle scorse politiche che vorrebbero entrare in Parlamento e governare insieme al centrodestra. Per Matteo Salvini non sarà così semplice ignorarli. Dall’altro lato il Movimento, se il ridimensionamento li travolgerà come uno tsunami, dovrà fare i conti con un redde rationem interno senza precedenti, con Luigi Di Maio primo imputato. La strada più agibile, in uno scenario di questo tipo, sono le elezioni.
Lo spettro della recessione preoccupa Salvini e Di Maio
Al di là delle questioni puramente politiche e numeriche, c’è poi la madre di tutte le ansie del governo: la recessione. I dati economici tutti preoccupano e sono preoccupanti. Dall’occupazione al Pil, dal potere d’acquisto delle famiglie alla produzione industriale, tutti gli indicatori e i dati presagiscono scenari nefasti. Il rischio di una manovra correttiva ad ottobre e una finanziaria lacrime e sangue a dicembre non piace a nessuno.