ROMA – Non è proprio lockdown ma poco ci manca, con l’Italia che si tinge di rosso e arancione e una Pasqua blindata o quasi. I contagi corrono e i vaccini accelerano ma ancora non bastano. “Il ricordo di quanto accaduto la scorsa primavera è vivo, e faremo di tutto per impedire che possa ripetersi”, assicura il premier, Mario Draghi, parlando a Fiumicino dove ha visitato l’hub vaccinale poco dopo la riunione del Cdm che ha varato il nuovo decreto – non un Dpcm – che entrerà in vigore da lunedì. Testo che prevede nuove restrizioni. Ma anche un pacchetto di sostegno alle famiglie con il diritto allo smartworking, rifinanziamento dei congedi parentali, e bonus baby sitter per gli autonomi. In attesa del decreto sostegno per commercianti e professionisti in arrivo la settimana prossima.
Le nuove restrizioni
“Sono consapevole che le misure di oggi avranno conseguenze sull’istruzione dei figli, sull’economia e sullo stato anche psicologico di noi tutti”, ha detto il premier. Che però le ritiene “necessarie” per evitare un peggioramento e provvedimenti più stringenti che a quel punto sarebbero “inevitabili”. Nella consapevolezza che che “solo che con una vaccinazione diffusa potremo fare a meno di restrizioni come quelle che abbiamo dovuto adottare” e la promessa che ci sarà una forte accelerazione nel piano di somministrazione, intanto gli italiani si preparano a un nuovo giro di vite.
Il decreto
Il decreto approvato dal Cdm prevede fino al 6 aprile l’inasprimento delle misure per le zone gialle. Dove si applicheranno quelle previste in arancione – come i ristoranti chiusi anche a pranzo – e l’applicazione automatica delle misure previste per le zone rosse laddove i casi superino i 250 ogni 100mila abitanti e il sabato, la domenica e il lunedì di Pasqua. In quel weekend però sarà comunque possibile andare a trovare amici e parenti che abitano nella stessa regione una sola volta al giorno, massimo in due. Visita invece vietata negli altri giorni.
E’ stato questo uno dei punti su cui si è discusso nel corso del Cdm: in un clima di generale preoccupazione per la situazione condiviso da tutti, la ministra per il Sud Mara Carfagna aveva chiesto di permettere sempre lo spostamento per visita ai parenti anche in zona rossa, proposta sostenuta anche da Marta Cartabia e Luciana Lamorgese. A prevalere alla fine è stata la linea più rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza. Le ministre della Famiglia, Elena Bonetti, e degli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini, hanno chiesto – così come caldeggiato dagli enti territoriali – e ottenuto l’anticipo del ‘pacchetto famiglia’ che doveva essere inserito nel decreto Sostegno, con la Lega in pressing anche per i ristori ad attività e professionisti.
Verso un nuovo scostamento di bilancio
Il testo, come confermato da Draghi, arriverà la prossima settimana in Consiglio dei ministri e impegnerà completamente quello che resta dei 32 miliardi di scostamento di bilancio approvato a gennaio. “Ma non basta – annuncia il premier – ho intenzione di proporre al Parlamento, in occasione della presentazione del Documento di Economia e Finanza, un nuovo scostamento di bilancio”. E’ ormai chiaro a tutti che la pandemia è tutt’altro che alle spalle e servirà dunque ancora l’impegno del governo per sostenere l’economia in difficoltà con nuove risorse. Nel frattempo si lavora senza sosta al decreto sostegno che, annuncia Draghi, contiene misure “corpose” che arriveranno “rapidamente”. E coprono una platea più ampia degli interventi precedenti, risalenti al governo Conte.
I provvedimenti più urgenti
Tra i provvedimenti più significativi, “c’è il prolungamento della cassa integrazione guadagni” che dovrebbe arrivare fino a fine anno. Ma anche “un più ampio finanziamento” degli strumenti di contrasto alla povertà – come il Rem, il reddito di emergenza, per sostenere i “nuovi poveri”, quelli che, riflette Draghi, “sono diventati maggioranza nelle file della Caritas”. Agli autonomi e alle partite Iva che hanno patito perdite di fatturato “riconosceremo contributi in forma più semplice e immediata, senza criteri settoriali”. Ovvero senza l’indicazione dei codici Ateco ma con la perdita di guadagni come criterio per accedere al contributo.
La critica di Fdi
Protesta però Giorgia Meloni. “Da Draghi ci saremmo aspettati un deciso cambio di passo rispetto a Conte, ma le nuove misure restrittive decise oggi sono in perfetta continuità con la strategia fallimentare adottata dall’inizio dell’emergenza Covid – osserva la leader FdI – Gli italiani sono esausti di sacrifici che non portano a nulla. E non ne possono più di un governo incapace di assumersi le proprie responsabilità”.
(LaPresse/di Antonella Scutiero)