Droga e cellulari in cella, nuovo blitz a Santa Maria Capua Vetere

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Secondo blitz in pochi giorni nel carcere: hashish, cocaina e dieci telefoni tra smartphone e microcellulari sono stati sequestrati dalla polizia penitenziaria nel penitenziario. Parte del materiale è stato scovato sabato dai poliziotti addirittura nei tombini della struttura penitenziaria: si tratta della droga e di un cellulare. Gli altri nove telefoni sono stati invece trovati nell’arco della settimana. La polizia penitenziaria ha effettuato una serie di perquisizioni all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere, sequestrando hashish, cocaina e dieci telefoni cellulari. Parte del materiale sequestrato è stato addirittura trovato nei tombini della struttura.

Il sindacato

Il segretario regionale per la Campania del sindacato Uspp ha elogiato i colleghi per il loro impegno nella salvaguardia della legalità. Tuttavia, il sindacalista ha sottolineato l’importanza di strumenti tecnologicamente avanzati, come gli jammer e gli inibitori di segnale, per garantire la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari. Inoltre, ha evidenziato la carenza di personale all’interno dei carcere, con la mancanza di 80 agenti nel carcere samaritano e ben 700 in tutta la Campania. La sicurezza interna viene mantenuta a caro prezzo. “Ennesima brillante operazione messa a segno della polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere, che quotidianamente opera nell’azione di contrasto all’introduzione di telefonini cellulari e di sostanze stupefacenti nel penitenziario. I baschi azzurri hanno infatti scovato in una cella del Reparto Volturno della cocaina, dell’hashish e un telefono cellulare. Questo ritrovamento di cellulari e stupefacenti, che possono senz’altro minare l’ordine e la sicurezza del carcere, oltre a favorire le dinamiche criminose nel penitenziario, inquieta non poco”, commenta il segretario generale del Sappe Donato Capece.

La battaglia silenziosa

Per il leader del Sappe, “ogni giorno la polizia penitenziaria, in Campania e in tutta la Nazione, porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico di droga, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. Proprio il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business. Eguale attività di efficace contrasto di apparecchi telefonici cellulari è quotidiana. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della polizia penitenziaria diviene fondamentale e deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari. Io propongo che l’amministrazione penitenziaria, che ben sa in quali critiche situazioni operative lavorano gli agenti ed il personale tutto in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, provveda a riconoscere loro una adeguata ricompensa (un encomio) per la loro abnegazione e professionalità in servizio”.

Controlli più intensi

I controlli nel carcere di Santa Maria Capua si sono recentemente intensificati per porre fine alla introduzione illecita dall’esterno di sostanze stupefacenti e di telefoni cellulari che permettono ai detenuti di allestire in alcuni casi delle centrali dello spaccio in cella e in altri casi di poter disporre di cellulari con cui comunicare all’esterno trasgredendo ovviamente ad ogni regola che invece prevede come le chiamate siano concordate con la direzione ed avvengano da telefoni fissi della struttura carceraria stessa.

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